Ladini uniti
«Non possiamo che essere soddisfatti di questo passo in avanti in termine di condivisione da parte del Comune di Canazei sull’unificazione dei ladini del Sella, e ci sentiamo in dovere di dire la nostra, perchè vi sono degli aspetti da non sottovalutare».
Questa l’apertura del breve discorso tenuto da Fernando Brunel (foto), rappresentante dell’Union di Ladins a commento della delibera promossa dal sindaco di Canazei Silvano Parmesani durante il consiglio comunale.
Abbiamo chiesto al presidente dell’Union di Ladins de Fascia e vice presidente dell’Union Generela di Ladins de la Dolomites il suo punto di vista sulla questione:
«Una tematica importantissima, cruciale per la nostra popolazione ladina, ma certo non si può dire che sia un’iniziativa nuova. Se il sasso è stato lanciato, è stato lanciato sicuramente molti anni fa. Mi riferisco al lungo lavoro di mediazione, dialogo, confronto politico che dagli anni 1970, prima a Roma, poi nelle nostre provincie e regioni autonome è stato portato avanti dai nostri politici. Visto ad oggi, se non si condividono alcune informazioni importanti, pare che la questione si sia arenata in un certo immobilismo di decenni, ma il tema è ampio e delicato, e richiede un lavoro certosino. E’ di luglio scorso il documento Presentato dalla Union e dalla Union generela alla Consulta trentina per la riforma dello Statuto di Autonomia regionale che contiene espressamente l’aggregazione alla Provincia di Bolzano di vari comuni di lingua tedesca prima appartenenti alla Provincia di Trento ed esorta la Consulta per lo Statuto speciale della Provincia di Trento e la Convenzione della Provincia di Bolzano a prendere in considerazione l’opportunità di perseguire l’unità del gruppo linguistico ladino delle Dolomiti in un’unica e medesima dimensione politico-istituzionale all’interno della Regione, o mediante un ambito proprio ed autonomo o in alternativa anche nell’ambito della Provincia di Bolzano. Da anni insomma, si lavora nell’intessere quei delicati rapporti politici e culturali che vanno verso questo importante traguardo.
Può quindi l’iniziativa del comune di Canazei dare un input vitale a questo percorso?
«Forse s’, ma invito a pensare con più attenzione al senso di condivisione da adottare. Se di unificazione si parla, è necessario un approccio condiviso, ampio e in grado di comprendere il punto di vista di tutte le parti politiche, culturali e sociali del nostro panorama ladino. Ottimo spunto di discussione, certo, ma per portare avanti questo tipo di iniziative va dimostrata unitarietà di visioni, e non una corsa con risorse e visioni dimezzate. I tempi sono giusti per confrontarsi sul tema e per rivedere lo statuto d’autonomia, ma la questione ladina va affrontata assieme, abbracciando anche le condivisioni e il lavoro fatto dalle altre controparti politiche, altrimenti rischiamo uno spreco di risorse, entusiasmi e ottime occasioni».