«Non speculate sul Processo»
«Non è vero che non ci sono state comunicazione ufficiali. A partire dallo scioglimento del Comitato manifestazioni di Cavalese che ha organizzato il Processo alle Streghe per oltre 30 anni. La sua fine risale all’autunno del 2016 ed è stata ufficialmente resa nota all’amministrazione comunale di Cavalese. Al tempo stesso attraverso la nostra comunicazione sui social media, abbiamo ampiamente pubblicizzato l’edizione del 2017 come ultima edizione del Processo alle Streghe».
Antonio Vanzetta, presidente del Comitato Rievocazioni Storiche Cavalese, interviene in merito al fatto che lo spettacolo storico che veniva proposto all’Epifania con il grande rogo delle streghe, non si farà più.
«Un’altra comunicazione ufficiale è stata fatta dal sottoscritto in occasione dell’evento dello scorso novembre in cui il Comitato ha presentato la pubblicazione del libro di fiabe natalizie curato da due giovani artiste fiemmesi e che ha costituito l’atto finale della nostra attività».
Secondo Vanzetta dunque la comunicazione c’è stata cosa ciò che invece non c’è stato è «che né al sottoscritto né al nostro direttivo è giunta alcuna dimostrazione di solidarietà né di rammarico da parte di nessun ente o associazione cavalesana».
L’ormai ex presidente Vanzetta replica poi all’associazione la Voce delle Donne che aveva salutato con favore il fatto che non venisse più svolto il Processo alle Streghe, affermando che si trattava di un modo sbagliato di rievocare queste donne «dopo il dolore e la passione già patita quasi 300 anni fa, e bruciarle di nuovo ogni Epifania, non sia il modo migliore per ricordarle e condividere il loro dolore assieme alla violenza di tanti altri miliardi di incompresi e perseguitati lungo i secoli. Ecco perchè negli ultimi anni abbiamo voluto organizzare una nostra rievocazione alternativa: durante l’estate portiamo la magia di questi uomini e queste donne indipendenti, coraggiose, altruiste, fragili e spesso per questo alienate, in una festa lunga una settimana, che chiamiamo "La Magia delle Donne"».
Una presa di posizione che Vanzetta commenta così: «Faccio molta fatica a recepire il nesso tra la nostra attività e quella dell’associazione La Voce delle Donne e ritengo che cercare pretestuose connessioni tra le problematiche inerenti l’universo femminile e i fatti storici che risalgono a 500 anni fa sia un esercizio assolutamente fuori luogo. La nostra è stata un’apprezzata rievocazione storica che non ha mai preteso di giudicare ne prendere posizione a favore di alcuno. Ci siamo sempre attenuti fedelmente ai fatti storici ricostruiti da studiosi di provata competenza e non ci siamo mai permessi di esaltare le gesta persecutorie che furono messe in atto durante quel particolare periodo storico in Valle di Fiemme. Piuttosto abbiamo sempre sottolineato che rievocare il passato significava per noi offrire spunti di conoscenza e di meditazione, oltre ad essere monito per il futuro, anche e soprattutto per le nuove generazioni.
Mi spiace che La Voce delle Donne, associazione alla quale danno vita persone che stimo e che hanno partecipato più di una volta alla nostra manifestazione, abbia colto nella stessa significati diversi a cui siamo totalmente estranei ed esprimo il rammarico mio personale e di tutto il direttivo per il fatto che abbia approfittato delle nostre vicende per pubblicizzare attraverso il vostro giornale la propria attività; che per inciso, nessuno di noi si è mai permesso di mettere in discussione. Il Processo alle Streghe appartiene ormai al passato, ma come ultimo presidente del Comitato Rievocazioni Storiche difenderò anche in futuro oltre che il nostro operato, l’appassionata collaborazione di centinaia di cavalesani che ci sono stati vicini durante la nostra attività».