Museo Ora - Predazzo, arrivati i primi vagoni

Sta prendendo forma il museo all’aperto dedicato alla Ferrovia Ora - Predazzo, la «Vecia ferovia» dismessa molti anni fa. L’associazione Transdolomites, che si è fatta promotrice dell’iniziativa coinvolgendo i Comuni che si trovano lungo il percorso, esperti e appassionati delle due province di Trento e Bolzano, ha annunciato che mercoledì scorso sono giunti a Ora i primi due trasporti speciali partiti martedì da Casella (Genova).
 
Sono stati oggetto dei trasporti il carro merci che fu della Ora-Predazzo e una carrozza viaggiatori della ferrovia Domodossola Locarno. Seguiranno poi altri due trasporti speciali che saranno composti da altre due carrozze della «Vigezzina» (Domodossola Locarno) sempre dismesse e costruite nel periodo storico della Ora-Predazzo.
In parallelo il gruppo di lavoro misto che si dedica al progetto museale si sta attivando per preparare il percorso che dovrà portare al restauro delle quattro rotabili. Una volta terminati i lavori, esse verranno donate ai 4 Comuni che hanno chiesto di ospitarle sul proprio territorio: Ora, Montagna, Castello-Molina, Predazzo.
 
«Una delle ipotesi più gettonate - annuncia il presidente di Transdolomites, Massimo Girardi - in tema di restauro è quella di trasformare le tre carrozze della Vigezzina in vagoni ristoranti da posizionare vicino alla ciclabile che si sviluppa tra Ora e la Valle di Fiemme. Il progetto infatti non punta a creare una memoria statica della vecchia ferrovia ma a realizzare un progetto museale vivo, dinamico, che generi ricadute di vario genere sui territori coinvolti in questo percorso. Per il suo genere si tratta di un progetto del tutto nuovo per la regione Trentino-Alto Adige perché, oltre a proporsi nei fabbricati storici ferroviari, mira a diventare un evento diffuso su tutto il percorso».
 
Nel tratto storico ferroviario avrà un contenuto di questo taglio, mentre sul tema della mobilità dolce andrà a coinvolgere progressivamente la Val di Fassa e la Val di Cembra per fare rete con le vie ciclabili. Un progetto le cui linee guida interessano la  mobilità dolce, il turismo sostenibile per rafforzare le  relazioni tra comunità di pianura e di montagna il cui valore aggiunto sta nelle differenze linguistiche a culturali.
 
Un vero investimento, per Girardi, perché «al di là delle Alpi, musei all’aperto come quello sognato per la Ora-Predazzo a fronte di 1 euro investito ne generano 20 in ritorno sul territorio creando in parallelo occupazione». Con l’arrivo dei primi vagoni si passa dunque dalle parole ai fatti, grazie alla collaborazione di tanti enti e aziende che si sono spese per rendere possibile il trasferimento e che Transdolomites ringrazia una a una, annunciando anche che si lavora per attivare il gemellaggio tra le comunità della ex ferrovia della Valle di Fiemme e della Genova-Casella.

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