Michele Anesi si è dimesso da segretario della Ual
Michele Anesi (nella foto)si è dimesso da segretario dell’Union Autonomista Ladina (Ual).
Lo storico partito di raccolta del mondo ladino sta vivendo un periodo molto complicato iniziato dopo le elezioni comunali del 2015, quando ci fu un vero e proprio terremoto politico con la lista Fassa che conquistò cinque dei sette comuni della valle ladina.
La crisi è poi continuata e il culmine è stato raggiunto alle elezioni provinciali delle scorse settimane dove il simbolo della Ual non si è neppure presentato, perdendo quindi il consigliere che aveva eletto (Beppe Detomas non si è ricandidato) a favore di Luca Guglielmi segretario dell’Associazione Fassa da sempre schierata con il centro destra.
Nel frattempo si era dimesso anche il presidente della Ual Manuel Farina e la presidenza era andata a Detomas.
In tutto questo, ecco ora le dimissioni di Michele Anesi, cognome «pesante» nella politica ladina, nipote del senatore Ezio Anesi, primo esponente della Valle di Fassa a rappresentare il mondo ladino.
Michele Anesi, perché si è dimesso ora?
«Ho aspettato l’esito delle elezioni per non creare ulteriori problemi e ora, dopo una riflessioni a bocce ferme, ho deciso che devo passare la mano».
Ma lei uscirà dalla Ual?
«Assolumente no. Credo in questo progetto e sono convinto che ci siano ancora spazi per riprendere il filo del discorso che abbiamo interrotto con la nostra gente».
Rischia di rimanere da solo...
«Se uno non crede più al nostro progetto, è libero di andare ma una cosa deve essere chiara: in politica non si deve avere paura. E noi, parlo di Ual nel suo complesso, abbiamo avuto paura».
La sconfitta elettorale se si presentava la Ual era abbastanza prevedibile.
«E allora? Ci vuole coerenza in politica. Perdevamo ma con dignità e soprattutto era l’occasione per ripartire come movimento politico. Abbiamo perso un’occasione. Abbiamo avuto paura della nostra storia e ci siamo nascosti dietro la lista del Moviment Ladin de Fascia».
Un giudizio molto severo.
«Da segretario ho sempre auspicato che la Ual si rinnovasse riuscendo a parlare ai giovani per un necessario ricambio generazionale: in altre parole, tornare alle origini».
E invece tutto questo non è successo...
«No, anche perché nel Moviment Ladin de Fascia c’erano le facce di gente della Ual da decenni.
Mi prendo le mie responsabilità, ma ribadisco che abbiamo perso un’occasione a non presentarci alle elezioni con gente nuova e preparata. Era l’occasione per tornare a parlare di politica a favore della Valle di Fassa ed era anche il momento per riallacciare i fili con la nostra gente».
Adesso cosa succederà alla Ual?
«Mi auguro che il presidente Detomas convochi l’assemblea del partito per discutere e votare i nuovi organismi. Se non si discute tra di noi e se non abbiamo la capacità di essere pronti al cambiamento, non andremo da nessuna parte. La nostra storia non finisce perché abbiamo perso un’elezione. La nostra storia finisce se abbiamo paura del confronto e ci richiudiamo in noi stessi».