Moena: una 23enne salvata la notte scorsa dai carabinieri era in mezzo al fiume in piena
Poteva avere un tragico epilogo la disavventura capitata la notte scorsa a una giovane in val di Fassa. La 23enne è stata salvata dalle acque in piena del rio delle Arce, dai Carabinieri della Stazione di Moena.
Tutto è cominciato intorno alle ore 02.30, quando la giovane, in stato confusionale, ha chiamato il 112, pronunciando frasi sconnesse e ha riferito di volerla fare finita. La Centrale operativa dei Carabinieri della Compagnia di Cavalese, ha cercato di tranquillizzarla e acquisite le prime informazioni, ha inviato in zona la pattuglia della Stazione di Moena, capeggiata dal Comandante, che non riuscendo a localizzarla l’ha richiamata, ma la giovane -senza fornire ulteriori elementi- ha continuato soltanto a ripetere i propri insani propositi, chiedendo di riportare la sua borsetta ai genitori.
Tra le frasi sconnesse però, i Carabinieri hanno percepito lo scroscio di un torrente e hanno intuito che la ragazza si trovasse nei pressi di una frana o di uno smottamento.
Da questi scarni elementi, i militari hanno pensato di restringere il campo delle ricerche e si sono portati al centro di San Giovanni di Fassa, dove il giorno prima, per le forti piogge, si erano verificati dei cedimenti lungo il rio delle Arce. La giusta intuizione li ha condotti a individuare la sagoma della giovane, in mezzo al torrente in piena, mentre si sorreggeva precariamente ad un appiglio e stava iniziando a perdere le forze, sotto la spinta dell’acqua.
Dopo un primo vano tentativo di raggiungere la ragazza, tenendosi per mano, i due Carabinieri hanno ricevuto aiuto da un residente, che è giunto a dare manforte con corda e scala. Così, utilizzando la scala come ponte, mantenuto dagli altri due, il Comandante della Stazione è sceso nel torrente in piena e dopo avere raggiunto la ragazza, la ha assicurata con la corda, mentre stava perdendo le forze. Quindi, con l’aiuto degli altri due soccorritori, l’ha tratta in salvo, ormai stremata.
La giovane condotta presso l’ospedale di Cavalese, è stata ricoverata in condizioni non gravi e tuttora non sono chiare le ragioni, che l’hanno spinta a tentare l’insano gesto.