Sedicenne morto dopo l’incidente in bici in Val di Fassa, si indaga per omicidio colposo
Filippo Tafuro, milanese, è spirato al Santa Chiara di Trento dopo tre giorni dal sinistro: la magistratura deve ricostruire come sono andate le cose, se il ragazzo aveva il casco, se vi siano responsabilità di terzi
PERA DI FASSA. E’ stato aperto dalla Procura della Repubblica di Trento un fascicolo per l’ipotesi di reato di omicidio colposo, sull’incidente costato la vita a uno studente lombardo di 16 anni, caduto con la bicicletta sulla pista ciclabile di Fassa, mentre era in viaggio di istruzione con la sua scuola milanese.
Filippo Tafuro, questo il nome del ragazzo deceduto, viveva a Corsico e frequentava l'istituto professionale Ikaros di Buccinasco. Faceva parte di un gruppo numeroso, alloggiato a Canazei, arrivato il 2 giugno per un soggiorno breve; il rientro in Lombardia era stato fissato per il giorno 8, ma quella che sarebbe dovuta essere una pausa gioiosa e serena dallo studio e dal lungo periodo di didattica a distanza a causa del Covid si è trasformata in tragedia.
Venerdì scorso, al mattino, i ragazzi avevano noleggiato le mountain bike per un giro lungo la pista ciclabile. Il percorso non è pericoloso, né accidentato, ma richiede attenzione come qualsiasi altro tratto di strada. Secondo una prima ricostruzione, i ragazzi stavano scendendo da Canazei verso Moena. L’incidente sarebbe avvenuto lungo un tratto in discesa. Possibile, dunque, che le bici abbiano preso velocità. Non è chiaro cosa abbia causato la caduta della mountain bike, se un malore, una distrazione del sedicenne o un sasso o altro materiale lungo la pista: Filippo Tafuro, che aveva compiuto gli anni a fine marzo, era finito a terra battendo violentemente il capo e perdendo conoscenza. E qui, fra le altre cose, ci sarà da ricostruire se il ragazzo avesse addosso il caschetto da bici; e se il caschetto gli fosse stato fornito.
Le prime cure erano arrivate dagli operatori della Croce rossa, mentre da Trento si era alzato in volo l’elicottero con a bordo il rianimatore. Portato al Santa Chiara in condizioni critiche, era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Domenica, purtroppo, il suo cuore ha smesso di battere.
I carabinieri, avvisati dell’incidente quando ormai i soccorsi sanitari se ne erano andati dal luogo della caduta, hanno sentito le testimonianze dei ragazzi - tra i quaranta del gruppo che si stava spostando in mountain bike - che stavano pedalando vicino a Filippo e dei docenti che li accompagnavano. La mountain bike, che non presenterebbe segni evidenti della rovinosa caduta, è stata sequestrata dai carabinieri di Vigo di Fassa.
Ora quindi la procura di Trento ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. Sul corpo del giovane è stata effettuata l’autopsia per verificare se la caduta sia stata conseguenza di un malore o se la cause della tragedia debbano essere cercate in altro.
Sono sotto shock sono i ragazzi, i docenti e il preside dell’istituto Ikaros a cui Filippo Tafuro era iscritto. «Siamo sconvolti - racconta la mamma di un compagno di scuola - Era un ragazzo con la testa sulle spalle, determinato e allegro. Una tragedia che ci colpisce tutti».
È in lutto la comunità di Corsico, dove viveva la famiglia del giovane, mamma, papà e la sorella più piccola. «A nome dell'amministrazione comunale di Corsico esprimo il mio profondo cordoglio per la perdita di una così giovane vita - ha detto il sindaco Stefano Martino Ventura - Ho sentito personalmente la famiglia per esprimere la vicinanza delle istituzioni per questo grave lutto che colpisce duramente e inaspettatamente tutta la nostra comunità». Il corpo del giovane si trova ancora a Trento, in attesa della traslazione a Corsico. La data del funerale non è ancora stata fissata.