Morto sotto la Bepi Zac, il sindaco: «La ferrata è chiusa, ma in tanti ci vanno ugualmente, cosa devo fare?"»
L’incidente di martedì è avvenuto sul sentiero di avvicinamento, alla Forcella del Ciadin: «Non posso mettere un vigile o un carabiniere che controlli; l’ordinanza è del 2020 ed è in vigore fino alla fine dei lavori»
IL FATTO Disperso da ore, trovato di notte, era morto nel precipizio
MOENA. «Dalle informazioni che ho raccolto, la tragedia di lunedì non è successa propriamente sulla via attrezzata Bepi Zac ma sul sentiero viene utilizzato per arrivarci nella zona della forcella Ciadin. La Bepi Zac è chiusa da ordinanza sindacale dal febbraio del 2020 ma questo, purtroppo, non impedisce a tante persone di utilizzarla comunque».
Così il sindaco di Moena (il sentiero attrezzato è all'interno del territorio del suo Comune) Alberto Kostner. «Il divieto c'è, l'ordinanza c'è ma sono in tanti a non fermarsi davanti al divieto che quindi non viene osservato. Ma cosa posso fare? Mettere un agente della Locale o un carabinieri a presidiare un sentiero? Che poi l'accesso in montagna non è uno solo e quindi è un progetto impossibile».
Sulla riapertura della via attrezzata - molto nota, molto apprezzata ma anche al centro di polemiche per la colata di cemento che era stata realizzata per metterla in sicurezza - ancora non ci sono tempi certi. «La parte del Comune che era quella per così dire la messa in sicurezza "edile" ed è terminata.
A settembre dovrebbero invece iniziare i lavori affidati dalla Sat che dovranno mettere a posto la via dal punto di vista della sicurezza dell'escursione quindi con i chiodi, i cordini, gli scalini. Quando questo intervento sarà terminato e la Sat mi dirà che è tutto a posto, revocherò l'ordinanza».
Ordinanza che, come si diceva, non è osservata in maniera molto puntuale. Una dimostrazione sono le decine e decine di foto pubblicate sui social che hanno l'alta via come sfondo. Un luogo scelto perché è stato oggetto di una puntuale ristrutturazione del percorso di guerra e poi ci sono i panorami indimenticabili che spaziano dalla Marmolada alle Pale di S. Martino, dal Sella al Sassolungo, dal Catinaccio al Latemar. Ma, appunto, il sentiero attrezzato è chiuso e solo chi si occupa dei lavori può accedere.
Una chiusura che riguarda il tratto compreso fra la località "Passo le Selle" e la località "La bassa del Ciadin" alla "Sforcela del Ciadin" a quota 2664.
Un intervento di manutenzione (poi mimetizzato) che aveva sollevato diverse polemiche per la colata di cemento utilizzata per mettere in sicurezza una parte dell'Alta Via Bepi Zac sulle creste di Costabella, nella zona del Passo San Pellegrino. Polemiche dopo le quali aveva preso la parola anche la Sat centrale «pur riconoscendo l'invasività di interventi quale quello in oggetto, diventa difficile prendere posizione su progetti che hanno come prima finalità la pubblica sicurezza, a maggior ragione quando la responsabilità è in capo al soggetto promotore dell'intervento (il Comune) che non dubitiamo abbia agito ponendo questa priorità innanzi al resto».
Un caso, quella della Zac che ha portato al stessa Sat a mettere nero su bianco le linee di principio in materia di vie ferrate concludendo che «dopo una valutazione attenta, caso per caso, si possa decidere di intervenire su una ferrata, ma solo attraverso interventi di ristrutturazione poco invasivi rispetto all'originale percorso. In taluni casi Sat può decidere di dismettere la via, se ritiene che l'eventuale intervento effettuato o da effettuare, la renda non conforme ai principi del sodalizio».
Tornando alla Zac, la colata di cemento era stata oggetto anche di un intervento "artistico". Ignoti l'avevano infatti dipinta di rosa.