Strage del Cermis, l'ultima commemorazione ufficiale 25 anni dopo. Fugatti: "La memoria resterà, tragedie simili non devono ripetersi"
Questa mattina, 3 febbraio, a Cavalese anche il presidente della Provincia ha partecipato all'evento in ricordo delle venti vittime dell'incidente del 1998, quando un aereo militare Usa tranciò i cavi della funivia facendola precipitare. Messaggio di Mattarella, che ricorda anche la questione giudiziaria: "Nonostante omissioni e ritardi, è stato tuttavia ricomposto un quadro veritiero delle responsabilità"
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CERIMONIE Stop alle ricorrenze istituzionali a distanza di 25 anni
CAVALESE. "Il fatto che sia l'ultima celebrazione non vuol dire che non c'è la volontà di ricordare. Perché i fatti accaduti sono così gravi che sono dentro la coscienza della popolazione e non possono essere cancellati. Si è anche imparato dai quei tragici eventi, è stato fatto un enorme lavoro di memoria che è anche un insegnamento, per far sì che questo non accada più. Una giornata come questa è il giusto esempio per la memoria, che deve restare nei nostri giovani e nella popolazione".
Sono le parole pronunciate poco fa, questa mattina, 3 febbraio, a Cavalese, dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, nel suo intervento alle celebrazioni nel 25° anniversario della strage del Cermis.
Alla cerimonia il vicepresidente ladino del consiglio regionale del Trentino Alto Adige, Luca Guglielmi, ha assicurato che nessuno sarà dimenticato: "Il 25° anniversario è stato l'ultimo ad essere commemorato in forma pubblica, lo si è deciso assieme alle famiglie delle vittime. Ci saranno delle cerimonie private, nessuno sarà dimenticato, le ricorderemo nelle scuole, coinvolgendo le autorità locali. Lo faremo anche con la preghiera. Un atto che - come è stato ricordato durante l'omelia di oggi - è debole per l'uomo ma è forte per Dio".
Dunque, a 25 anni di distanza la tragedia del Cermis resta una ferita aperta anche se quest'anno il Comune di Cavalese e i familiari delle 2venti vittime hanno deciso, all'unanimità, di celebrare per l'ultima volta la ricorrenza a livello istituzionale per coltivare una memoria più privata.
"Le vittime non verranno dimenticate: vi saranno commemorazioni private e sarà compito del Comune di Cavalese portare avanti la memoria di quanto avvenuto, coinvolgendo le fondazioni locali e le scuole", ha spiegato ieri il sindaco di Cavalese, Sergio Finato.
Erano passate da pochi minuti le 15 del 3 febbraio 1998 quando un areo dei Marines americani, un Prowler EA-6B, tranciò con un'ala il cavo portante della funivia del Cermis, facendo precipitare per un centinaio di metri la cabina con a bordo 19 persone ed il manovratore. Le vite di sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci, un olandese e tre italiani finirono in quel momento, a 400 metri dall'arrivo dopo una giornata sugli sci. Una strage, come emerse da un rapporto militare redatto dalle forze armate Usa un mese dopo l'incidente ma pubblicato solo nel 2011, causata dal fatto che "l'equipaggio dei Marine ha volato più basso di quanto non fosse autorizzato, mettendo a rischio sè stesso e gli altri".
Alla commemorazione delle vittime odierna hanno preso parte anche i consoli di Stati Uniti e Polonia.
In rappresentanza del governo è intervenuta a Cavalese la viceministra Vannia Gava: "Siamo ancora convintamente qui a rinnovare il sentimento di dolore di una comunità ferita mortalmente per ben due volte nella sua storia. Una comunità colpita tra la bellezza assoluta delle montagne che sfiorano il cielo e tra quei fili che portano l'uomo da una cima all'altra, per divertimento, per lavoro, per sport o a volte solo per godere delle meraviglie immense del paesaggio. Quel filo che ben due volte si è spezzato sotto i colpi ferali della superficialità e dell'imperizia, come avvenne nel 1976, o sotto i colpi, ancor più duri, dell'arroganza, della tracotanza e dell'ingiustizia come avvenne nel 1998.
Dobbiamo, soprattutto nelle vesti di rappresentanti delle istituzioni, di sindaci di queste comunità, di pubblici ufficiali - ha aggiunto Gava - rendere onore pubblico alle vittime perché questa cerimonia sia un monito per il futuro. Monito a chiedere perizia nella gestione delle infrastrutture siano esse funivie o ponti o porti, monito al rispetto delle vite altrui e al non metterle a repentaglio con comportamenti insulsi, monito a perseguire sempre la verità e la giustizia e monito affinché i trattati internazionali siano sempre strumenti di pace e progresso tra i popoli e le nazioni libere e non siano orpelli per vincolare la giustizia o riparo alla vigliaccheria", ha aggiunto Gava.
In occasione della ricorrenza è giunto anche un messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "La tragedia del Cermis, venticinque anni fa, lasciò sgomenta l'intera comunità nazionale. Venti persone, la maggior parte delle quali turisti in visita nelle nostre montagne, persero la vita precipitando dalla funivia, a causa del comportamento grave e irresponsabile dell'equipaggio di un aereo militare statunitense. La Repubblica rinnova la propria vicinanza ai familiari delle vittime, alla comunità di Cavalese, a quanti negli anni trascorsi si sono impegnati per giungere a una piena ricostruzione degli eventi e ottenere giustizia".
Mattarella rievoca anche gli aspetti giudiziari della tragica vicenda: "Le conclusioni processuali sono state condizionate dai limiti imposti dalle convenzioni internazionali in essere. Nonostante omissioni e ritardi, è stato tuttavia ricomposto un quadro veritiero delle responsabilità e delle circostanze che hanno prodotto la strage. Così come si è imposta una revisione delle regole che presiedono il volo degli aerei militari sui territori abitati. Quanto è accaduto non sarebbe mai dovuto accadere. È responsabilità delle istituzioni eliminare anche il minimo rischio che incidenti di simile natura possano avvenire. La sicurezza e l'idea stessa di difesa cominciano dal rispetto e dalla tutela della vita dei cittadini".