Ospedale dell'Avisio, Fugatti: “Rimarrà nell'orbita sanità pubblica. Non esiste una soluzione predefinita"
Terzo appuntamento sul territorio, opinioni a confronto su ristrutturazione e nuova realizzazione. Il numero uno dell’esecutivo provinciale: “Dibattito costruttivo per il futuro della sanità pubblica”
FASSA. Tante voci per una struttura sanitaria all’altezza delle aspettative dei cittadini delle Valli dell’Avisio. È stato un dibattito ricco di spunti quello che si è sviluppato ieri sera, 20 febbraio, a Pozza di Fassa (Sèn Jan), dove si è tenuto il terzo appuntamento nell’ambito del percorso di condivisione con i territori voluto dall’Amministrazione provinciale e dagli enti locali attorno ad un tema sentito come il futuro dell’ospedale delle Valli di Fiemme, Fassa e Cembra. Il dibattito si è sviluppato attorno alle due ipotesi rappresentate dalla radicale ristrutturazione (con demolizione e nuova costruzione) dell’ospedale di Cavalese e dalla nuova realizzazione (con la proposta di partenariato pubblico privato) ai Masi o in un’altra area.
“Siamo qui per mettere in luce punti di forza e di debolezza dei due progetti” ha spiegato il presidente della Provincia Maurizio Fugatti. All’appuntamento sono intervenuti anche l’assessore provinciale alla salute Stefania Segnana, il procurador del Comun General de Fascia Giuseppe Detomas ed i dirigenti di Provincia ed Azienda sanitaria, che hanno portato all’attenzione della popolazione della Val di Fassa (dopo l’appuntamento della settimana scorsa dedicato alla Val di Fiemme) dati tecnici relativi a costi, istruttoria, urbanistica ed organizzazione sanitaria. Il prossimo appuntamento è in programma per lunedì a Cembra.
“Al termine di questo percorso di coinvolgimento, i rappresentanti istituzionali del territorio saranno chiamati ad esprimersi in merito a quella che riterranno possa essere la migliore progettazione del nuovo ospedale” ha chiarito il presidente della Provincia.
Numerose sono state le questioni affrontate dalle persone - cittadini, sanitari e rappresentanti istituzionali - che sono intervenute nel corso del dibattito: dalla viabilità per un accesso agile all’ospedale anche per quanti abitano in Alta Val di Fassa, alla necessità di garantire servizi efficienti durante i lavori, senza dimenticare il consumo di suolo in una terra in cui allevamento e turismo sono settori strategici, fino ai tempi di realizzazione della nuova struttura.
“Una serata costruttiva” ha osservato il presidente in chiusura dell’incontro, evidenziando come un percorso partecipativo come questo debba basarsi principalmente sulle informazioni tecniche (di natura sanitaria, burocratica e tecnico-progettuale), sulla base delle quali ognuno può farsi un’opinione. “Non esiste alcuna soluzione predefinita: le risorse messe a disposizione dalla Provincia potranno coprire sia la ristrutturazione, sia la nuova costruzione dell’ospedale ai Masi o in altra area. Ospedale che - in entrambi i casi - rimarrà nell’orbita della sanità pubblica.
La strada da percorrere sarà individuata in autonomia dal territorio” ha puntualizzato il presidente Fugatti, che ha voluto ringraziare gli amministratori locali per la sensibilità istituzionale dimostrata in questi mesi: “Il percorso intrapreso è importante e impegnativo, l’Amministrazione provinciale si assume ogni responsabilità”. Infine, una puntualizzazione rispetto all’annoso problema riguardante la carenza di personale sanitario: “Una questione che interessa ogni territorio italiano e alla quale ci siamo impegnati fattivamente anche attraverso l’attivazione della Scuola di medicina, ma che nulla c’entra con il futuro dell’ospedale dell’Avisio”.
Infine, l’auspicio espresso dal procurador Detomas perché “la struttura sanitaria delle Valli di Fiemme, Fassa e Cembra risponda davvero ai bisogni di tutte le comunità interessate. Lavoriamo affinché si giunga in breve tempo ad una soluzione che si faccia carico delle aspettative di tutte le comunità interessate: la nostra è una responsabilità minore rispetto a quella della Val di Fiemme, ma non meno importante”.
Secondo il procurador “non si può prescindere da un giudizio tecnico per una struttura ospedaliera che sia funzionale, efficiente, traguardi orizzonti temporali importanti e possa essere attrattiva per i professionisti sanitari”. Il percorso di condivisione con le persone - ha concluso Detomas - rappresenta un’interpretazione positiva dell’autonomia del territorio.