Sanità / Medici

Fassa, il dottor Dalprà va in pensione: «ho detto basta, la burocrazia non ci permette di lavorare»

Da fine agosto, al suo posto, il dottor Follador. Un grazie agli infermieri, una stoccata al sistema dell’Azienda: «I tempi dei Rao non sono mai rispettati, è un problema per i piani terapeutici»

di Giorgia Cardini

FASSA. Cambio della guardia, anzi dei medici di base, a Moena, Soraga e Vigo di Fassa: dal 29 agosto, negli ambulatori in cui presta servizio da quasi 38 anni il dottor Guido Dalprà, i suoi pazienti trovano il dottor Luca Follador.

Dalprà va infatti in pensione: proprio il 29 ha compiuto 70 anni e il giorno prima ha chiuso  una parte della sua vita che definire importante è davvero poco. Laureato in Medicina a Pavia nel 1981, il medico è un punto di riferimento per la comunità fassana dal 1986. «Prima - ricorda - lavoravo per le guardie mediche e turistiche, attività che ho affiancato a quella del medico di famiglia fino al 1990, perché all'inizio avevo pochi pazienti. Poi, una volta raggiunti i 500, ho fatto una cosa sola».

Il dottor Dalprà se ne va infatti ora con una dote di 1.487 assistiti contati al 14 agosto. E, a proposito di questo, si toglie anche un sassolino dalla scarpa: «Perché - dice - l'Apss ha inviato le lettere ai miei pazienti, comunicando loro la possibilità di cambiare medico già da subito, prima di Ferragosto. Una cosa insensata, dato che io resterò in ambulatorio fino all'ultimo giorno utile».

Il dottore avrebbe potuto lavorare fino a 72 anni, ma a spingerlo a utilizzare la prima finestra utile per ritirarsi è stato un problema che ha innescato una sorta di "grande fuga" nel settore: la burocrazia. «E' paurosa, pazzesca - commenta il medico -. Solo per fare una ricetta bianca ci vuole la doppia autenticazione: devo spedire una mail all'azienda, l'azienda risponde con un token e io lo devo inserire per poter fare la ricetta. Una perdita di tempo, un tappo burocratico terribile anche nella redazione dei piani terapeutici, che richiedono l'effettuazione di esami, su cui poi ci sono tempi di attesa che non vengono rispettati. Quello del rispetto dei Rao è uno dei grandi problemi attuali della sanità. L'altro è la carenza di infermieri a livello territoriale e di strutture per le cure intermedie».

Ma proprio le infermiere e gli infermieri del territorio sono quelli che il medico ringrazia, per la professionalità e collaborazione assicurate: «Un grazie di cuore al mondo dell'assistenza infermieristica, che si fa in quattro. Ma qui purtroppo, proprio per carenza di personale infermieristico, si fanno solo 14-15 prelievi al giorno (a Pozza di Fassa), oltre a quelli urgenti o programmati: un numero ridottissimo, sui 10.000 abitanti dell'ambito».

Fin qui i problemi che Dalprà sottolinea. Ma le soddisfazioni? «Tante, sono molto contento di aver potuto svolgere questa attività e sono riconoscente ai miei pazienti, che mi hanno dimostrato vicinanza e affetto, e in questo periodo sono venuti a ringraziarmi per tutto il tempo dedicato loro. Credo che ciò sia dovuto al fatto che hanno trovato sempre disponibilità e cortesia da parte mia: negli ultimi 5 anni, ho fatto 5 giorni di ferie e durante il Covid ho lavorato ininterrottamente, tenendo il telefono acceso anche il sabato e la domenica».

L'altra soddisfazione è che il dottor Luca Follador raccoglierà la sua eredità: «Sono veramente felice che venga: è preparato, motivato e fa solo il medico di famiglia. Lascio i miei pazienti in ottime mani».

Luca Follador, classe 1990, moenese doc, è anche consigliere comunale proorio a Moena. Laureato all'Università di Verona nel 2015, ha conseguito il diploma di Medicina generale a Trento nel 2019. Volontario della Croce rossa italiana di Fassa, dal 2020 è medico di medicina generale a Ziano di Fiemme e Predazzo. Al suo posto, in queste località, è stato nominato come sostituto temporaneo il dottor Luca Baruzzo.


 

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