Energia, BioRendena verso la liquidazione
Biorendena e il suo progetto di realizzare una centrale a biomassa con rete di teleriscaldamento a Madonna di Campiglio e Campo Carlo Magno, finisce in liquidazione. Provocazione o decisione già presa, è un amareggiato presidente Piergiorgio Collini a dare l'annuncio: «Non si riesce a venirne fuori - dichiara - dopo 13 anni penso che verrà messa in liquidazione la società. L'assemblea dei soci si terrà a breve e prenderemo una decisione definitiva».
Al momento, i fatti sono che la Biorendena spa, nata nell'autunno del 1999 con l'obiettivo di portare il teleriscaldamento a Campiglio, ha presentato al Comune di Pinzolo una proposta di project financing. Anni tribolati quelli della Biorendena, fra ricorsi al Tar - persi - e il cambio di progetto da quello di una centrale di 250 metri quadri al Colarìn fino ad una grande il doppio in piazza Elvira a Campo Carlo Magno che potesse servire anche quella località oltre a Campiglio. A regime, si ipotizzava di eliminare 400 caldaie e allacciare 200 utenze, per lo più turistiche. E ora invece pare che la fine sia giunta, in concomitanza con l'esperimento di utilizzare metano liquido nella frazione di Palù della Perla delle Dolomiti, sotto il comune di Ragoli.
Se la società viene messa in liquidazione - inevitabile se il consiglio comunale esprimerà parere non favorevole al project financing - tutti i soci avranno una perdita. Comune di Pinzolo, socio al 25%, compreso. «Si tratta di 230mila euro di capitale» dichiara Collini. Freddo il sindaco Bonomi: «Se l'iniziativa è imprenditoriale una perdita può essere in conto - ribatte -. Noi abbiamo sempre agito seguendo una logica per noi corretta che tiene conto di essere un'amministrazione pubblica e trattare ogni privato in maniera equa, compresa Biorendena di cui siamo soci. Il project financing presentato è per un progetto da 20 milioni di euro, tantissimo per il comune, non è una decisione banale e stiamo valutando nell'ottica di capire quale sia la soluzione migliore per la comunità intera. Oggi ci sono soluzioni che noi come comune siamo obbligati a valutare per capire se il teleriscaldamento è l'opportunità migliore o ve ne sono altre, al di là del fatto che siamo soci di Biorendena».
Sulla condotta delle amministrazioni succedutesi, Piergiorgio Collini ha idee opposte e, a un passo dal dichiarare fallito il progetto teleriscaldamento, si toglie qualche sassolino dalle scarpe: «I nodi sono negli errori nel fare le delibere del comune - spiega- e siamo fermi da troppo tempo e stanchi di perderci soldi. A questo punto io penso che manchi la volontà del comune di andare avanti. Cosa che mi spiace e rammarica è il pensiero agli alberghi di Campiglio: in 13 anni avrebbero potuto risparmiare minimo un 20% all'anno rispetto al costo del gasolio, con quei soldi potevano rinnovare le strutture. A San Martino di Castrozza, Cavalese e Fiera di Primiero il teleriscaldamento c'è e funziona, solo da noi è stato ripetutamente fermato, per me vuol dire che il nostro socio comune non ha interesse a farcelo fare». Né il consiglio comunale, chiamato ad esprimersi sul project financing, né l'assemblea soci di Biorendena sono state ancora convocate, ma il destino del teleriscaldamento a Campiglio sembra segnato.