Il cane sequestrato dopo l'aggressione
Un maltese ucciso e due bimbe ferite. Nel parapiglia il passeggino si ribalta
La rissa fra cani - con tanto di bimba sbalzata dal passeggino nel parapiglia tra animali - approda in tribunale e «l'aggressore» a quattro zampe, che ha ferito a morte un piccolo malltese al guinzaglio, finisce sotto sequestro. Il cane, un meticcio di undici anni, si trova ora presso il canile, nominato custode. Quanto al padrone, che deve rispondere del reato di lesioni personali colpose, invano ha impugnato il provvedimento di sequestro, chiedendo di poter riavere l'amato animale: il Tribunale del riesame, infatti, ha respinto il suo ricorso.
È una vicenda singolare quella finita davanti ai giudici trentini, successa nel luglio 2015 in valle del Chiese. Tutto comincia con la «fuga» dell'animale dal recinto di casa. Quel giorno una famiglia di turisti sta passeggiando per le vie del paese: il nonno tiene al guinzaglio un maltese, la mamma spinge il passeggino con la bimba più piccola, mentre la sorella di 4 anni cammina al loro fianco. All'improvviso, però, accade il fattaccio. Il meticcio - un cane di taglia media simile ad un pastore tedesco - scappato al proprietario, azzanna il maltese tenuto al guinzaglio. Nel parapiglia tra i due animali il passeggino si ribalta e la piccina cade a terra, sbattendo la testa. La peggio tocca al maltese, che viene ucciso (il cane si sarebbe allontanato con in bocca la cagnetta secondo l'accusa).
Si può immaginare lo spavento provato dai turisti, anche se per fortuna le ferite delle bimbe non sono state gravi: tre giorni di prognosi per la più piccola, che ha riportato un trauma cranico e 5 per la sorella, in stato di forte agitazione. La famiglia decide di sporgere denuncia e il pubblico ministero, ritenendo che l'unico modo per impedire che l'animale compia altre aggressioni (è sospettato di avere azzannato e ucciso altri due cani) sia di sottrarlo ad un proprietario che ne farebbe un uso inappropriato e a tutela dello stesso meticcio, chiede al giudice di pace (competente per questo reato), il sequestro preventivo dell'animale. Il padrone si ritrova invece indagato per lesioni personali colpose «per imprudenza, negligenza, imperizia»: lasciando libero il cane di sua proprietà, aveva di fatto cagionato le ferite alle due minori.
Ma sulla misura, come detto, c'è in corso una battaglia. Il proprietario, attraverso l'avvocato Andrea Antolini, ha presentato ricorso al Tribunale del riesame, ritenendo in particolare che non sussista alcun pericolo che possa ripetersi quanto accaduto. Il legale ricorda in particolare che il padrone nel frattempo ha ottemperato alle indicazioni contenute nel provvedimento emesso qualche giorno dopo l'episodio dal Dipartimento di prevenzione - Unità operativa igiene e sanità pubblica veterinaria: necessità di avere un'assicurazione per la responsabilità civile verso terzi (che l'indagato peraltro aveva già, tanto da essere pronto a risarcire), l'impegno di seguire un corso formativo con un esperto di comportamento animale e riparazione del box. La difesa ricorda anche che il professionista ha stabilito che il cane non è pericoloso, ma ha semmai un problema di relazione con gli altri simili e che il percorso educativo sta dando i suoi frutti. Da qui la decisione di impugnare il sequestro per riavere il fedele amico a quattro zampe.
Ma il Tribunale del riesame, come detto, ha respinto il ricorso: il cane è di fatto il «mezzo» con cui sono state causate le lesioni e dunque, l'unico modo per impedire che la cosa si ripeta, è quella di sottrarlo al proprietario. L'unica soluzione, per il Tribunale, sarebbe quella di trovare una terza persona, abilitata alla rieducazione del cane, che si assumesse la custodia dell'animale.