I volti della montagna in mostra al rifugio Segantini
Ai 2.347 metri del rifugio Segantini in Val d’Amola ai piedi della Presanella è stata inaugurata ieri, una bella e originale mostra fotografica.
L’iniziativa è del gestore del rifugio, la guida alpina Egidio Bonapace e del fotografo e grafico milanese, ma in realtà è un artista, Cesare Martinato.
Questa mostra è una esposizione racchiusa nel circondario del rifugio intitolato al pittore Giovanni Segantini; venti fotografie di montagna ma con una visione del tutto particolare. Il titolo della mostra, che sarà visitabile per tutto il mese di agosto è: «Cropped Mountain Project» che letteralmente significa il progetto della montagna ritagliata. Ed in effetti è proprio così perché le footografie sono una serie di ritratti, in bianco e nero di montagne, ma non sono paesaggi, bensì dei ritagli, un tratteggio di un particolare che svela il tutto.
«Non ho fotografato il paesaggio - dice Martinato - ma il volto della montagna. Una parte, un ritaglio, cercando di vederla come una cosa viva, facendone un ritratto, come si trattasse di una persona. Sono convinto che la montagna abbia una sua dignità e con essa io voglio avere un dialogo».
Per l’artista milanese quando «quassù vedo Egidio guardare le vette attorno al rifugio ho la sensazione di questa intimità di questo sguardo profondo che coglie i perticolari.
Ecco questi ritagli sono l’espressione di un dialogo. Sono foto di montagne che in genere non sono individuabili se non le conosci, nei minimi particolari.
Anche quella di non mettere il nome della montagna è una scelta precisa».
Le immagini sono davvero suggestive e sono collocate nei dintorni del rifugio su delle travi di larice. Particolare la tecnica con la quale sono stampate le fotografie.
Sono su dei pannelli di allumino dibond, un materiale formato da due fogli di alluminio accoppiati su un’anima in plastica indeformabile, l’ideale per, dopo la stampa, essere collocato all’esterno, dove viene garantita una durata di tre anni.
La mostra al Segantini, inaugurata sotto l’imperversare di un temporale, è particolarmente interessante, oltre che per la cifra con la quale Martinato porta alla visione della montagna, per il contesto.
Un motivo in più, per gli amanti delle Terre Alte per salire sulle pendici della Presanella e godersi, accanto al fascino di queste montagne e l’ospitalità di Egidio Bonapace, una mostra fotografica, che non ci era mai capitato di vedere negli spazi all’esterno di un rifugio e che nella sua originalità e profondità coglie il senso della nostra presenza in mezzo a questo paesaggio.