La centralina di Cimego dovrà essere demolita
Un pasticcio che il demolitore non potrà sanare del tutto. La centralina costruita a Cimego sarà demolita lunedì mattina da parte della ditta che l’ha costruita ovvero l’impresa Felice Salvadori di Bagolino. Una demolizione necessaria e improcastinabile dopo che si era scoperto che la costruzione per lo sfruttamento idroelettrico è stata realizzata su un terreno privato. Un clamoroso errore scoperto dai proprietari del fondo. Il costo dell’impianto ammontava a 176.000 euro ed il progetto era stato affidato all’ingegner Luca Mezzi, attuale vicepresidente del Bim del Chiese.
«Sì è vero, dobbiamo demolire - dice il sindaco di Borgo Chiese Claudio Pucci - perchè non ci sono spazi per poter sanare la situazione». Non si è dunque nemmeno potuto acquistare il terreno evitando così che la centralina venisse abbattuta. Nulla da fare, commenta il sindaco che sottolinea «un profondo rammarico di quanto successo» lasciando intendere che comunque la vicenda non finisce qui. «E’ una situazione delicata - spiega - che dobbiamo seguire con attenzione e fare tutti i passi necessari per tutelare il Comune in ogni sede».
Di più il sindaco non vuole dire. La centralina portava dei buoni ricavi alle asfittiche casse comunali e ora non si sa se verrà ricostruita sul terreno comunale. «Non lo so - aggiunge il sindaco - dobbiamo capire quali sono i nostri margini di manovra. Intanto dobbiamo abbattare il manufatto».
Un pasticcio dunque e un imbarazzo soprattutto per gli amministratori del nuovo comune nato dalla fusione di Condino, Cimego e Brione che si sono trovati in casa una bella grana da risolvere.
Fu il Comune di Cimego a lanciare l’idea e il progetto della centralina che poi venne affidato al Commissario che guidò il comune in attesa della fusione, Severino Papaleoni che ne curò l’appalto. Dopo la segnalazione dei proprietari del terreno, la Polizia locale confermò il clamoroso errore.
Di centraline nella Valle del Chiese se ne sono costruite parecchie negli ultimi anni con la E.S.Co. Bim (società nata fra i Comuni ed il Consorzio Bim), che con la presidenza di Vigilio Nicolini, stilò un piano di molti milioni di euro con l’obiettivo di produrre energia rinnovabile, piano articolato in vari tronconi: acquisto della centrale ex Maffei a Darzo, realizzazione delle sue sorelle minori sugli acquedotti, di impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici e di impianti ambiziosi come il teleriscaldamento di Valdaone per fornire energia termica agli edifici pubblici di Daone, Praso e Bersone, nonché alla casa di riposo di Strada.
Ma non sempre tutto è filato liscio. Senza arrivare alla «distrazione» di Cimego, solo il mese scorso è stato trovato un accordo dopo un arbitrato per la centralina di Brione tra la E.S.Co. Bim e l’azienda BM a cui era stata appaltata l’opera. Fin dall’inizio la centralina non rendeva com’era nei preventivi e nei progetti, cosa che la committenza non prese per niente bene. Alla fine delle contestazioni si è quindi arrivati ad un contenzioso, che è sfociato in un arbitrato. E la ragione è stata data alla E.S.Co. Bim e una ditta sudtirolese ha sitemato il tutto fra cui la sostituzione del monoblocco.