Cereghini tace col giudice Salvini lo appoggia, e lui dice: «mi ha fatto piacere»
Michele Cereghini respinge tutte le accuse, non parla con il giudice delle indagini preliminari, ma si dice contento delle parole del Ministro degli Interni Matteo Salvini, che due giorni fa a Pinzolo gli ha espresso solidarietà nella vicenda giudiziaria che lo coinvolge.
L'altra mattina il sindaco di Pinzolo si è presentato in Tribunale a Trento per l’interrogatorio di garanzia. Cereghini, assistito dall’avvocato Roberto Bertuol, si è avvalso della facoltà di non rispondere, o meglio si è limitato a precisare al giudice Marco La Ganga di respingere tutte le accuse, ma di voler entrare nel merito della vicenda giudiziaria solo dopo aver avuto modo di leggere e valutare in modo completo gli atti d’indagine.
La strategia difensiva è comprensibile: è sempre rischioso rispondere “al buio”, senza una conoscenza il più possibile completa degli atti. Cereghini avrà altre occasioni per entrare nei dettagli e respingere le accuse (due ipotesi di falso e una di peculato) a cominciare dall’udienza davanti al Tribunale del riesame che il 30 aprile tratterà il ricorso presentato dall’avvocato Bertuol per chiedere la revoca della misura cautelare del divieto di dimora a Pinzolo.
La vicenda giudiziaria è delicata, ma il primo cittadino di Pinzolo guarda agli aspetti positivi: «In questi giorni - sottolinea - ho potuto avvertire concretamente la grande vicinanza della comunità che mi è stata espressa da molte persone attraverso telefonate e messaggi. Tutto ciò mi ha gratificato come persona e come sindaco e mi ha trasmesso forza e serenità importanti per continuare a fare il bene dell’ente che amministro. E poi c’è un altro aspetto positivo: finalmente ho avuto più tempo da dedicare a mio figlio». E la solidarietà di Salvini? Non capita tutti i giorni di avere il ministro degliIinterni, nei panni del “difensore d’ufficio”, dire che neppure al peggior mafioso viene vietato di dormire a casa con la propria famiglia. «Ovviamente - replica Cereghini - la sua solidarietà mi ha fatto piacere come quella espressa da tanti altri. Ma correttamente Salvini non è entrato nel merito della vicenda».
In profondità, soprattutto in tema di provvedimenti cautelari, entrerà la difesa discutendo a fine mese il ricorso al Tribunale del Risesame. L’avvocato Bertuol darà battaglia per iniziare in punta di diritto. L’ordinanza di divieto di dimora è una misura particolare che, di fatto, impedisce a Michele Cereghini di esercitare la propria funzione di sindaco. Secondo la difesa una sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio che andrebbe in contrasto con quanto previsto dall’articolo 289 del codice di procedura penale, che al terzo comma indica che «la misura non si applica agli uffici elettivi ricoperti per diretta investitura popolare».
Tre sono i capi di imputazione contestati a Cereghini sulla base di indagini condotte dalla Guardia di Finanza. Si ipotizza il reato di turbativa d’asta (cinque sono gli indagati su questo fronte) in relazione al noleggio degli addobbi e delle luminarie natalizie per l’anno 2018/2019. Cereghini avrebbe promesso un contributo pari all’appalto, circa 100mila euro, all’Apt affinché la gara venisse effettuata dalla stessa azienda per il turismo con modalità privatistiche. Il secondo capo di imputazione (che vede due indagati) è relativo ad un’altra ipotesi di turbativa: l’accusa sostiene che l’indagato avrebbe fatto predisporre un bando “su misura” per l’assunzione di una addetto stampa presso il Comune di Pinzolo.
Infine la procura contesta al solo Cereghini anche il peculato per un viaggio a Sestriere con l’Audi dell’Apt per attività non dell’Azienda di promozione ma del Comune.