Nel Chiese c'è il Pfas ma in quantità minime e sotto le soglie di legge
Anche in Trentino, come nelle altre Regioni italiane, è stato condotto un monitoraggio sulla presenza di Pfas, ovvero di sostanze perfluoroalchiliche, nei principali corsi d’acqua. Una presenza, anche se modesta, di queste sostanze, è stata rilevata dall’Appa nel territorio del bacino del Chiese, come riferito anche da un quotidiano locale. Si tratta appunto di concentrazioni esigue. La Provincia autonoma continuerà a monitorare la situazione, attraverso una cabina di regia istituita già lo scorso agosto, per appurare la causa della contaminazione, conoscerne l’evoluzione nel tempo e in prospettiva avviare eventualmente un’attività di risanamento.
L’Appa ricorda che il monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche o Pfas, una famiglia di composti chimici usati prevalentemente nell’industria, è stato condotto sul territorio trentino a partire dal 2018 su invito del Ministero dell’ambiente, rispondendo anche alle esigenze poste dalle normative europee. Questa ricognizione, condotta dalle Regioni e Province autonome, ha evidenziato una presenza diffusa di Pfas sul territorio nazionale. Le concentrazioni rilevate a livello nazionale, eccetto alcune aree con problematiche conclamate, consentono di anticipare che ci potrebbero essere alcuni problemi di classificazione “ambientale” delle acque, ma non di contaminazione acuta, ovvero con effetti sull’acqua potabile. Il monitoraggio in Trentino è stato condotto su tutti i corsi d’acqua principali. E’ stata registrata una presenza assai modesta di Pfas, nel territorio del bacino del Chiese.
Si presuppone un’origine non recente della contaminazione, a carico probabilmente di insediamenti industriali non più in esercizio. Di ciò è stata informata sia l’Azienda provinciale per i servizi sanitari sia l’Arpa della Lombardia. E’ stata avviata inoltre una collaborazione con l’Università di Trento centrata in particolare sulla molecola Pfos (appartenente alla famiglia delle Pfas). Le concentrazioni rilevate sono inferiori, come specificato, agli standard di qualità ambientali delle acque. Nonostante la contaminazione sia dunque molto debole la Provincia continuerà a monitorare la situazione attraverso approfondimenti di carattere idrogeologico e stratigrafico, per studiarne l’evoluzione nel tempo e la prospettiva di un suo definitivo risanamento. La valutazione di questa e altre analoghe misure è affidata ad una cabina di regia provinciale composta da esperti sanitari ed ambientali.