Per il ponte mai inaugurato servono altri 600mila euro
I ponti, la ferita dell’Italia. Si può dire così? Dopo il tragico Morandi di Genova si è saltato il coperchio, così sono venuti allo scoperto i viadotti della A14, l’autostrada Adriatica. Ora pure quello della Torino-Savona. Allo scoperto è arrivata pure la “Rotatoria quadrata asimmetrica” (definizione fra il serio e il faceto, ampiamente meritata) di Ponte Caffaro: il ponte terminato nel 2017, mai inaugurato (per vergogna, probabilmente) e mai aperto alla circolazione. Con una serie di inconvenienti capaci di far rabbrividire il popolo, ma non capaci di far drizzare i capelli in testa a progettisti, costruttori ed amministratori locali. Tant’è che finora nessuno ha pagato e... pagherà qualcuno? Intanto ha pagato l’ente pubblico: poco meno di 4 milioni di euro per realizzarlo.
Alex Marini (consigliere provinciale M5S) lo definisce “mistero buffo che fa ridere e infuriare in egual misura la popolazione”. La causa (lo dice lo stesso Marini) è dovuta ad “evidenti problemi di passaggio dei mezzi pesanti”.
Si può migliorare la situazione? Marini sostiene che “per rendere funzionale la cosiddetta rotatoria quadrata asimmetrica sul Caffaro servono risorse extra che si spera di ottenere dai risparmi dei ribassi d’asta precedenti”. Intanto si continua ad usare il malandato ponte del 1906.
Gli uffici provinciali trentini si sono incontrati col Comune di Bagolino il 21 ottobre scorso, perché visto il ruolo ricoperto nel Fondo Comuni confinanti è la Provincia a tenere di fatto i cordoni della borsa”.
Il vecchio ponte. La situazione appare grave, tanto che le verifiche effettuate “hanno evidenziato - lo apprendiamo da Alex Marini - notevoli carenze strutturali e la non rispondenza alle norme vigenti della sua capacità portante”.
Per consentire l’utilizzo dei due ponti (quello vecchio e quello nuovo, a distanza di una ventina di metri l’uno dall’altro) serve allargare il vecchio e metterlo a norma. Secondo Marini costerebbe (per essere precisi) 652.724,44 euro: “Il costo scritto nel progetto esecutivo dell’intervento, che il Comune di Bagolino spera di ottenere dal Fondo Comuni Confinanti, con la messa a disposizione delle risorse risparmiate col ribasso d’asta della costruzione del nuovo ponte, il quale a sua volta, per poter funzionare pare proprio aver bisogno a sua volta di modifiche”, con costi evidenti.
In un simile marasma poteva non interessarsi la Corte dei Conti?
E’ una storia, secondo il consigliere pentastellato, in cui “c’è un gran bisogno di fare ordine per procedere con decisione verso le soluzioni funzionali al miglioramento della scorrevolezza del traffico tra le province di Trento e Brescia: l’unico modo per arrivarci è che tutti gli enti coinvolti collaborino fra loro, dimostrandosi trasparenti, perché quella di cui stiamo parlando è “una gestione discutibile dei soldi delle tasse”. Ed è la sensazione vissuta in loco.
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