«Pranzi di lavoro», ma la Corte dei Conti bacchetta due ex amministratori di Storo
La magistratura contabile fa le pulci al bilancio: importi minimi, relativi al 2015, e alla fine gli imputati preferiscono risarcire per evitare il giudizio
STORO. Sobrietà anche nel pagare da mangiare. Lo chiede la Corte dei conti che ha presentato un "conto" salato a due ex amministratori di Storo finiti nei guai per aver pagato con risorse del Comune "colazioni di lavoro" che secondo la magistratura contabile non potevano rientrare tra le spese di rappresentanza.
In totale la cifra contestata quale danno erariale era di 1.348 euro, per un importo ad (omissis) di 824 euro e a (omissis) di 524 euro.
A segnalare un danno erariale «derivante da illegittima assunzione di spese di rappresentanza» era stata la Sezione di controllo della Corte dei conti che su questo capitolo di spesa ha "fatto le pulci" a diversi Comuni. Molti amministratori hanno preferito risarcire piuttosto che affrontare le incognite del giudizio.
A Storo erano stati tutto o sommato parchi con le spese di rappresentanza: nell'esercizio 2017 erano stati spesi 5.022 euro di questi 3.124 euro riferibili alle cosiddette "colazioni di lavoro". Parte di queste spese sono state ritenute legittime, altre invece no. In sentenza si precisa che i presupposti per superare il vaglio della magistratura contabile stanno «nella ragionevolezza dei criteri ricollegati alle delibere di autorizzazione, nella stretta corrispondenza con i fini istituzionali dell'ente nel quadro delle relazioni con altri soggetti privati e pubblici, nel rafforzamento dell'immagine dell'amministrazione e nella mancanza di conflitto di interessi e di utilità puramente personali in capo agli amministratori.
Criteri che non hanno fatto passare neppure il pranzo per la polizia locale (300 euro) e il pranzo della sessione forestale 2015 (224 euro, ma altri comuni hanno pagato la loro parte).
"Bocciate" infine le spese di rappresentanza autorizzate e sostenute da (omissis) per colazioni e rinfreschi avvenuti in occasione dell'incontro con il presidente e direttore (omissis) (euro 80,00), in relazione all'iniziativa "Fiera del Lavoro" (euro 630,00) e all'iniziativa "Opportunity Days" (euro 114,00). I due ex amministratori, pur convinti di aver pagato pranzi solo a fini istituzionali, hanno preferito pagare, ottenendo l'estinzione del giudizio. Spese di rappresentanza erano state contestate anche ad altri due ex amministratori: uno ha risarcito, l'altro è stato assolto.