Il tristissimo e doloroso addio a Federico, il campione di sci di sedici anni morto in moto
Tutta la comunità stretta intorno alla famiglia per i funerali, in chiesa i compagni dello Sporting Campiglio, davanti alla bara bianca con la sua fotografia dopo una gara
VIDEO La sua bara bianca, il suo bellissimo sorriso
SANT'ANTONIO DI MAVIGNOLA. Occhi che tracimano di lacrime, sguardi colmi di tristezza ed un silenzio assordante sotto un cielo nero e gonfio di pioggia. Sono stati permeati di un dolore enorme i funerali celebrati a Sant'Antonio di Mavignola, frazione del Comune di Pinzolo, all'indomani della tragedia sui tornanti della strada statale 239 dove, nel primo pomeriggio di mercoledì, dove è morto a soli sedici anni (compiuti il tre luglio scorso) Federico Collini.
Davanti alla piccola chiesa, troppo piccola per contenere tutti, è stata prima esposta la bara bianca di Federico, con una foto che lo ritrae sorridente al termine di una gara di sci.
Poi la lunga processione di amici, compagni e parenti, che ha voluto portare una parola di cordoglio ai genitori ed ai fratelli. C'erano gli atleti deello Sporting Campiglio, la sua società, ed i compagni di classe del Liceo Sportivo di Bolzano che frequentava con ottimi risultati.
E' l'ultimo epilogo di un incidente assurdo ed inspiegabile per il giovane rendenese che ha perso il controllo della propria moto scivolando sotto un camion che procedeva in direzione opposta. Una caduta fatale, pochi giorni dopo aver conseguito la patente, a pochi metri dalla casa di famiglia dove mamma Roberta, papà Stefano e i fratelli Filippo e Mattia, sono affranti dal dolore.
Un destino atroce quello riservato a Federico che, nel pieno della propria adolescenza, stava rincasando dopo la seduta mattutina di allenamento con lo Sporting Campiglio. Federico era da tutti considerato come una promessa dello sci Trentino e, fin dalle prime ore successive alla tragedia, moltissimi sportivi che circolano attorno al movimento sciistico locale, si sono stretti alla famiglia dello sfortunato ragazzo. Vicinanza, mista al dolore per la perdita di un cittadino, espressa anche dal sindaco di Pinzolo Michele Cereghini. «Una tragedia - ha detto - a cui non vogliamo ancora credere. Un incubo da cui vorremmo risvegliarci sperando di trovare un'altra realtà. La morte di Federico, molto conosciuto nelle nostre comunità, è un fulmine a ciel sereno in un'estate che doveva essere all'insegna della ripartenza e della spensieratezza dopo i difficili mesi trascorsi causa pandemia. E invece siamo qui a raccontare, con le poche parole che ci sono rimaste, una tragedia enorme. Federico era un talento sportivo, aveva tutte le carte in regola per togliersi grandi soddisfazioni con gli sci ai piedi. Fatico davvero a trovare le parole e, purtroppo, non ci resta che stringerci con affetto attorno ai familiari del povero sedicenne».
Un talento donato dalla montagna e dalla neve, quella neve con cui, fin da giovanissimo aveva stretto un legale inossidabile. Una passione per lo sci che si è sempre respirata nella famiglia Collini con papà e mamma grandi appassionati, così come i fratelli Mattia e Filippo, quest'ultimo che per alcune stagioni ha fatto parte della squadra agonistica del Comitato Trentino, dopo aver vinto il titolo italiano allievi.
Sin da piccolo Federico aveva dimostrato di saperci fare nelle gare di sci alpino, soprattutto in slalom speciale. Allenato quest'anno dai due ex azzurri Paolo Pangrazzi e Giovanni Pasini, lo scorso 15 marzo a Pampeago aveva conquistato il titolo trentino under 16 di slalom speciale a pari merito con il fiemmese Sebastiano Zorzi.
Nell'ultima stagione agonistica aveva poi vinto un gigante interzonale a Folgaria e due slalom zonali a Bolbeno e Ruffrè, centrando pure altri due podi nella categoria allievi. Era stato inoltre convocato per l'Alpe Cimbra Fis Children Cup (ex trofeo Topolino) a rappresentare il Trentino, uscendo sia in slalom sia in gigante.
Nonostante la giovane età Federico sapeva ben conciliare studio (aveva concluso brillantemente il secondo anno al liceo sportivo di Bolzano), sport e divertimento con gli amici. Amici che lo ricordano come una persona solare, dal cuore grande, pieno di vita e con un grande sogno nel cassetto: poter gareggiare un giorno nella gara 3Tre sul "Canalone Miramonti" nella tanto amata Madonna di Campiglio. Un sogno che si è infranto per sempre.