Pinzolo, il commosso addio ad Angiolino Binelli: «Sei stato un grande, hai coronato il tuo sogno»
La gente della montagna, i familiari, le autorità: un doveroso omaggio ad un uomo che ha sempre fatto del bene ed è stato un protagonista indiscusso anche fuori dai confini della sua valle
PINZOLO. Ha vissuto lo spartito della sua vita in libertà, con l'inserimento di note originali e un leitmotiv ricorrente: la generosità verso il prossimo e la determinazione nel realizzare idee, progetti, sogni. Tutta la sua esistenza l'ha affrontata come ha voluto, anche gli ultimi giorni, le ultime ore, decidendo, ancora una volta, l'ultima volta, con la sua testa, senza ascoltare nessuno.
Questo e molto altro è stato Angiolino Binelli, uomo della montagna, soccorritore nel profondo dell'anima, ideatore, cinquant'anni fa, della Targa d'argento-Premio internazionale della Solidarietà alpina. Spirato sabato sera alla Rsa di Pinzolo, il suo funerale si è tenuto ieri nella chiesa di San Lorenzo.
A dargli l'ultimo saluto, e a ringraziarlo, la gente di Pinzolo e le associazioni di volontariato, in primis il Soccorso alpino del quale è stato cuore pulsante per molti anni.
«Sei stato un personaggio nella vita e nella storia di Pinzolo - ha commentato don Flavio Girardini durante l'omelia - Ti sei dedicato a soccorrere chi si trovava in montagna in situazioni di pericolo. Oggi la tua gente ti dimostra affetto, riconoscenza e vicinanza per quanto hai fatto con competenza e tanto amore, che non era solo per le montagne, ma soprattutto per le persone».
Simone Maestri, Capostazione del Soccorso alpino di Pinzolo, ha aggiunto: «Oggi il Soccorso alpino è molto cambiato, ma ciò che tu, Angiolino, e la tua generazione, avete cementato, cioè lo spirito di servizio e l'operosità, rimangono la base. Ci hai indicato una traccia sicura verso la solidarietà e ora noi ti auguriamo di fare buoni passi verso la luce più alta».
Hanno partecipato al funerale anche rappresentanze del Servizio trasporto infermi, dei Vigili volontari del fuoco e dell'Avis Alta Rendena e Pinzolo della quale Angiolino Binelli è stato socio fondatore nel 1963. Parole rotte dall'emozione quelle del sindaco di Pinzolo Michele Cereghini, tra le persone vicine ad Angiolino nell'ultimo periodo della sua vita. «Sei stato lungimirante - ha affermato il primo cittadino - all'inizio dovendo affrontare tante difficoltà, ma poi, con la tua determinazione, sei riuscito ad unire le montagne di tutto il mondo (dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Cina al Tibet fino al Nepal, ndr) e hai coronato il tuo sogno, quello di condurre il Premio della Solidarietà alpina fino alla cinquantesima edizione dello scorso settembre. Un riconoscimento che non è una targa con un nome scritto sopra, ma una sintesi di valori che tanti nemmeno conoscono, un messaggio denso di sentimenti come la fatica, la sofferenza, la gioia, il valore enorme, come tu ci hai insegnato, di salvare una vita. Sei stato una grande persona"».
Ieri, attorno ai familiari di Angiolino Binelli - la cognata Sofia, gli affezionati nipoti Mauro con Serenella, Marcella, i pronipoti Luca, Alba con Claudio, Benedetta e Gaia, si è stretta anche la seconda famiglia di Angiolino, il Comitato organizzatore della Targa d'argento che, attraverso le parole di Giuseppe Ciaghi, ha accompagnato la conclusione della cerimonia religiosa presso il cimitero di San Vigilio. «Sei stato caparbio e ostinato fino alla fine - ha affermato Ciaghi - Hai deciso tu di andare a vedere cosa c'è di là e incontrare i tanti amici del passato che ti hanno preceduto. Il tuo spirito rimarrà vivo in chi ti ha conosciuto. Ti diciamo grazie e cercheremo di portare avanti il "tuo" Premio al meglio delle nostre possibilità e consapevoli che la tua presenza era una assoluta garanzia».