Commercio / Montagna

Val Daone, addio al ristorante Da Pierino, chiuso definitivamente: è la fine di un’epopea

Dal primo spaccio per gli operai che costruivano la diga negli anni Cinquanta, ai rifornimenti con l’Ape sulla strada che era una mulattiera

VALLE DI DAONE. Nostalgia, una lama gelida che si insinua nella bocca dello stomaco. E quando ti colpisce? Quando arrivi subito sotto a Bissina, in cima alla Valle di Daone. Ti fermi e vedi la porta chiusa: il ristorante Da Pierino non c'è più.

Certo, l'edificio c'è, ma è chiuso. Ci sono eventi che un po' frettolosamente i cronisti amano classificare con una battuta: è la fine di un'epoca. Stavolta non c'entrano né la fretta, né la retorica: infatti il ristorante Da Pierino ha segnato davvero un'epoca. E la sua chiusura segna la fine di quell'epoca. Che forse era già finita prima, quando Pierino Mantovani si era ritirato nel bar alla diga, qualche centinaio di metri più in su.

Però, se volevi sentirlo raccontare fasti e nefasti della valle, quella che lui aveva definito "la valle dei ginepri", a partire dai grandi lavori per la costruzione di dighe e centrali fra il 1952 ed il 1962, arrivavi al bar alla diga e poi, non lo invitavi tu, perché ti anticipava lui, a pranzo al ristorante. E raccontava, con la passione che gli usciva dalla voce cantilenante, commossa e commovente.

Pierino Mantovani ci ha dato l'addio nel mese di settembre del 2022, dopo una vita lunga novant'anni vissuta intensamente. E ora gli eredi hanno deciso (nessuna critica, sia chiaro) di chiudere il ristorante.

Pierino, di Bondone, si era arrampicato fino a quassù a 25 anni, nel 1956. Per essere esatti, il 27 aprile del 1956, chiamato (allora accadeva) dal cappellano per aprire lo spaccio delle Acli per dare un servizio agli operai dei "grandi lavori". Perché il Pierino aveva già gestito lo spaccio al suo paese.

Ma per la verità a 25 anni aveva fatto più cose di un qualsiasi cristiano in una vita: da carbonaio in giro per le montagne con la famiglia a gestore del negozietto di frutta e verdura nel suo villaggio, da inventore del negozio della Famiglia Cooperativa a gestore del centro delle Acli. E fermiamoci qua, perché ci sarebbe da scrivere, e per la verità è già stato scritto molto.

Sono passati 70 anni, ma sembra il Medioevo. Nel 1952 a Bondone arrivò dal fondovalle la prima stradina a sostituire la mulattiera. L'unico mezzo a percorrerla, all'inizio, era l'Ape del Pierino, che portava in paese i prodotti per la Famiglia Cooperativa e per il Circolo Acli.

In Valle di Daone, invece, Pierino lanciò nel ristorante, insieme a don Giovanni Corradi e a Ferruccio Valerio, la mostra micologica: 1971. Ecco la nostalgia che punge. Terzo weekend di settembre: arrivavano Da Pierino autorità (locali, ma non mancavano quelle provinciali) all'inaugurazione della mostra. Messa, discorsi e immancabile pranzo. Fine di quell'epoca. 

Per rendere omaggio a Pierino, bisogna ora andare su al bar alla Diga: là ci sono le foto del mitico gestore, e vive negli affetti della famiglia e dei tanti clienti che lo hanno conosciuto.

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