Lavis, la giunta è preoccupata Tagliati gli spazi agli ambulatori
Non si abbatte solo sugli ospedali periferici la scure taglia-costi dell’Azienda sanitaria trentina. A brevissimo anche gli abitanti di Lavis sperimenteranno sulla loro pelle le conseguenze del nuovo corso imboccato dalla sanità trentina. Un atteggiamento condivisibile quando le decisioni di Provincia e Apss volte a contenere le spese vengono preventivamente condivise con i Comuni su cui ricadono, anche per valutare possibili alternative. Ma questo succede ancora? La risposta è «no», e a Lavis se ne è avuta la riprova.
All’insegna del discutibile motto «fai e taci», Provincia e Azienda sanitaria senza minimamente peritarsi di chiedere cosa ne pensasse l’amministrazione comunale, ha unilateralmente deciso - come si trattasse di un privato qualunque - di disdettare contemporaneamente i contratti d’affitto dei locali di via Peratoner (ex sede dei vigili urbani) e di via Depero dove si trovano - ancora per per poco - rispettivamente gli uffici del servizio sociale e gli ambulatori di sei medici condotti.
Il vantaggio a beneficio di Provincia e Apss è moneta sonante, mentre al Comune e ai suoi quasi 9.000 abitanti restano disagi la cui misura è ancora tutta da stimare, in attesa che la riorganizzazione degli spazi «studiata» a Trento dispieghi le sue ricadute a Lavis.
«Provincia e Azienda hanno deciso un massiccio accorpamento di uffici e ambulatori tra le mura del poliambulatorio di via Rosmini - spiega l’assessora competente in materia di sanità, Isabella Caracristi -. In pratica lì troveranno posto a fianco dell’esistente servizio sanitario, anche il servizio sociale della Comunità di valle e psicologo, anagrafe e ufficio infortuni dell’Azienda sanitaria, questi ultimi a tutt’oggi nei locali di via Depero».
Poiché però lo spazio non è una risorsa infinita, per far posto a tutto questo po' po' di roba, i due pediatri che facevano ambulatorio in via Rosmini - i dottori Pellegrini e Stabile - saranno trasferiti nei locali di via Depero al posto di psicologo, anagrafe e ufficio infortuni, dove pagheranno l’affitto (non era così finora).
Una girandola che il Comune ha scoperto a giochi fatti ad ottobre, quando ormai da Trento erano partite le disdette dei contratti d’affitto. «La cosa non ci è piaciuta per niente - continua l’assessora -. Appena venuti a conoscenza della manovra, abbiamo chiesto un incontro con Provincia ed Azienda, nel quale il sindaco Brugnara ha manifestato apertamente le perplessità per questa riorganizzazione sul nostro territorio, evidenziando i rischi ad essa connessi e le possibili alternative».
I timori dell’amministrazione riguardano da un lato l’opportunità di concentrare servizio sanitario e sociale in una struttura con spazi limitati e dall’altro il rischio di perdere il servizio dei due pediatri.
«Lavis non è la loro sede primaria di ambulatorio, quindi con un affitto da pagare, potrebbero anche decidere di rinunciare alla continuità, con una perdita che per il nostro paese sarebbe molto pesante» spiega Caracristi. Lo stesso discorso vale, ovviamente, anche per i sei medici che già hanno il loro ambulatorio in via Depero con affitto fino ad ora pagato dalla Provincia, anche se l’elevato numero di utenze che ciascuno ha su Lavis, non dovrebbe dar luogo a rinunce da parte di chi non lo ha come sede primaria. Il termine per decidere se rimanere pagando la pigione, o trovarsi una nuova sistemazione scadrà comunque per tutti a febbraio. Per discutere di tutto questo e soprattutto per proporre soluzioni alternative migliori, il sindaco Andrea Brugnara e l’assessora Isabella Caracristi giovedì saranno a Trento, in assessorato alla salute.
«È il secondo incontro che chiediamo - afferma l’assessora -. Quanto deciso da Provincia e Apss ci lascia perplessi nei modi e ci preoccupa per le ricadute negative che può avere su Lavis. Magari se ci avessero coinvolto potevamo suggerire qualche altra soluzione. Una, praticabile a medio termine, l’abbiamo già proposta: la dependance della casa di riposo, ma non è l’unica».