Verla, il gasolio della chiesa finisce nel rio Molini
Allarme inquinamento ambientale ieri pomeriggio a Verla di Giovo, in val di Cembra, dove, dalla cisterna della chiesa, a causa di un guasto, sono fuoriusciti 12 quintali di gasolio, 1.400 litri.
La preoccupazione maggiore è stata subito il fatto che il combustibile, scendendo lungo il ripido pendio sul retro della chiesa, incanalandosi nel rio Molini, potesse arrivare fino all'acquedotto di Lavis.
L'allarme è scattato verso le 17. La cisterna, che è interrata sotto il piazzale esterno alla chiesa, era stata riempita proprio l'altroieri per garantire il riscaldamento durante i mesi invernali. Forse le perdite risalgono proprio a quel momento, ai momenti successivi ai quali è stato riempito il serbatoio. Di fatto, però, nessuno se ne è accorto fino a ieri pomeriggio quando è scattato l'allarme e sul posto sono giunti i vigili del fuoco di Giovo, di Lavis e il corpo permamente di Trento con il comandante Ivo Erler che abita proprio a Verla.
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Immediatamente la preoccupazione è stata quella di bloccare la discesa del gasolio verso valle e così, poco a monte di Lavis, sono stati posizionati una serie di «salcicciotti» assorbenti. Nel frattempo a monte, sotto la chiesa, sono state attivate delle pompe per cercare di recuperare il maggior numero di litri di gasolio possibile.
«Questa sera (ieri per chi legge, ndr) è stata chiusa in via precauzionale l'entrata delle acque del Rio Molini nell'acquedotto di Lavis che ha comunque un'altra fonte di alimentazione. Poi domani (oggi per chi legge, ndr), con la luce del sole, sarà possibile capire se i salcicciotti hanno frenato del tutto il gasolio e se dunque sarà possibile riaprire». I tecnici garantiscono comunque che non ci sarà nessun problema per l'acqua né in valle di Cembra e nemmeno a Lavis. A Lavis, nella zona delle idrovore, ieri sera hanno effettuato un sopralluogo sia il sindaco di Lavis, Andrea Brugnara, che un tecnico della pretezione civile. Presente sul posto, a Verla, invece, il sindaco di Giovo Vittorio Stonfer nonché personale dell'Appa (agenzia provinciale per la protezione dell'Ambiente). Le operazioni sono proseguite fino a tarda notte con tanti vigili del fuoco impegnati a limitare i danni che solo oggi, alla luce del sole, sarà possibile quantificare. Già ieri sono stati effettuati dei prelievi di campioni di acque bianche e oggi l'operazione sarà ripetuta per accertare che tutta l'operazione di contenimento della dispersione dell'idrocarburo nelle acque del rio sia andata a buon fine.
La chiesa di Santa Maria Assunta di Verla, dove si trovava la cisterna che ha provocato l'inquinamento, si trova all'ingresso del paese e risale alla seconda metà del 1700. Parroco è don Giuseppe Beber che proprio un mese fa ha festeggiato a Verla i suoi cinquant'anni di sacerdozio.