Lavis: Brugnara ci ripensa e si ricandida a sindaco col centrosinistra autonomista
Andrea Brugnara sarà il candidato sindaco del centrosinistra-autonomista a Lavis il prossimo 3 maggio. Un ripensamento clamoroso, maturato lunedì sera e annunciato ufficialmente ieri pomeriggio, dopo che lo stesso Brugnara ai primi di dicembre del 2019 aveva pubblicamente manifestato l’intenzione di non ricandidarsi.
Una retromarcia caldeggiata, ma meglio sarebbe dire implorata, sia dal Pd che dal versante sinistro del Patt per evitare la chiusura dell’accordo abilmente imbastito dall’ala destra degli autonomisti lavisani con la civica Lavis Civica di Lorenzoni, Piffer e Zanetti, testa di ponte verso la Lega.
«La decisione di lasciare l’avevo presa in un periodo di stanchezza, dopo l’inaugurazione dei Ciuciòi. Il riposo che mi sono concesso mi ha portato in primis, con questi caldi quasi primaverili, a tornare ad occuparmi dopo mesi del Giardino e quindi a riconsiderare la scelta di non ricandidarmi anche alla luce della richiesta in tal senso fattami dal mio partito» è stata la giustificazione addotta in prima battuta da Brugnara.
Credibile, certo, ma non così concreta come il rischio che andava profilandosi, di riportare al governo di Lavis il centrodestra arricchito magari dalla Lega, annullando qualcosa a cui il sindaco tiene molto. Il tutto in un contesto di coalizione che perso il suo elemento di sintesi si stava pericolosamente avvitando in giochini da dita negli occhi reciproci fra i due alleati più «grandi», Patt e Pd, con la civica Vivi Lavis spettatrice preoccupata. Due esempi? Da una parte l’ok iniziale del Pd al candidato sindaco autonomista a patto che fosse Brugnara, ben sapendo che non si sarebbe ricandidato e rivendicando quindi la questione dell’alternanza alla guida del paese con il nome di Luca Paolazzi in canna.
Dall’altra la candidatura di continuità rispetto alla giunta in carica dell’assessora Isabella Caracristi lanciata dal Patt senza un preventivo confronto con gli alleati, con l’evidente intento di mantenere il sindaco e mettere a sua volta in difficoltà il Pd.
Con gli stracci ormai in procinto di volare e qualcuno prontissimo ad approfittarne, il dietrofront di Andrea Brugnara è stato un colpo di bacchetta magica per la coalizione di centrosinistra autonomista, ritrovatasi improvvisamente compatta.
Diverso il discorso all’interno dei singoli partiti, dove sia da una parte che dall’altra la piroetta di Brugnara ha lasciato a qualcuno l’amaro in bocca. «E’ normale che sia così, non si può mai accontentare tutti» ha tagliato corto per tutti il coordinatore della sezione lavisana del Patt Alberto Giovannini.
Salvaguardato il bene primario della coalizione ora si guarda avanti, puntando a vincere le comunali al primo turno. Con che squadra di governo? «E’ presto per dirlo: inizieranno ora gli incontri per delinerla fra il sottoscritto e le tre forze politiche della coalizione» ha detto Brugnara. Ma è presto anche per dire se, qualora venisse eletto, Brugnara rimarrà sindaco per i 5 anni del mandato o si farà tentare dalle Provinciali del 2023: «Il ripensamento che ho avuto sulla ricandidatura a sindaco - ha glissato diplomaticamente - mi consiglia di non pronunciarmi su questioni così in là nel tempo».