Al Lago Santo di Cembra arrivano le ruspe le critiche degli ambientalisti: «un biotopo che diventa piscina»
Il Lago Santo di Cembra: un habitat prioritario «trasformato in una piscina per turisti» Lo afferma l’associazione «GUFI – Gruppo Unitario per le Foreste Italiane» che chiede «lo stop immediato dei lavori altamente impattanti che stanno distruggendo la vegetazione che circonda il Lago Santo di Cembra, prezioso ecosistema che dovrebbe rientrare tra gli habitat prioritari del Trentino e come tale essere protetto. Il lago è infatti un esempio raro e vulnerabile di habitat con acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto-Nanojuncetea e Nanocyperion flavescentis, come segnalato alle istituzioni nell’autunno 2019 dal professor Franco Pedrotti, esperto di botanica di fama internazionale. Una tipologia di habitat rara sia in Trentino sia in Europa e che rientra tra quelli indicati come meritevoli di protezione dalla Direttiva Habitat della UE: il lago costituisce quindi un biotopo di grande valore ambientale».
La bellezza di questo lago, tale da diventare il soggetto di alcuni acquerelli di Albrecht Dürer, secondo i GUFI «sta venendo devastata da un progetto definito di “Valorizzazione turistico ambientale” approvato dal Comune di Cembra Lisignago nonostante la popolazione locale si fosse mobilitata con una raccolta firme – poi consegnata al Sindaco e al Presidente della Provincia – e a dispetto della presa di posizione contraria di associazioni come Italia Nostra Trentino. Un progetto altamente impattante che mira a trasformare il lago in una spiaggia per turisti, come se un lago alpino potesse essere trattato alla stregua di una piscina.
Il progetto prevede interventi sulla spiaggia nord e nord-est con innalzamento della spiaggia, che altera inaccettabilmente la forma e il sistema ecologico del lago; la creazione di nuovi accessi; un’area attrezzata con panche, tavoli e addirittura giochi, come se si trattasse di un parco urbano; una passerella di legno; posa di massi di porfido lungo la sponda; pannelli informativi; illuminazione notturna; taglio del filare di abeti rossi posti a nord del lago; successiva “rinaturalizzazione” di alcune zone, ma con specie diverse da quelle attualmente presenti; e l’apertura di un canale di scarico. Il tutto accompagnato dalla creazione di un brand apposito di promozione turistica».
Per l’associazione, «Un intervento pesantissimo che provocherebbe un’alterazione molto grave dell’ambiente del Lago Santo di Cembra, che ancora presenta un alto grado di naturalità, con eliminazione completa della vegetazione in vaste zone, regressione e degenerazione della vegetazione in altre e stravolgimento del paesaggio. La realizzazione degli impianti, cominciata a fine aprile, porterebbe a un’antropizzazione completa del bacino lacustre.
Se lo scopo è quello della promozione turistica della zona, avrebbe maggiore senso conservarne la naturalità che la rende preziosa, in un’ottica di sviluppo sostenibile che non elimini gli elementi attrattivi naturali sostituendoli con elementi artificiali e costosi che i turisti possono trovare anche nelle zone urbane di provenienza.
In un’epoca in cui l’opinione pubblica diventa via via più sensibile alla protezione dell’ambiente, le istituzioni dovrebbero puntare su una reale valorizzazione – che non può che essere conservativa – delle tante bellezze naturali del Trentino-Alto Adige, anziché sdegnare i cittadini di tutta Italia con il continuo sfregio delle stesse».