Discarica abusiva Adige Bitumi: otto indagati dopo il blitz dei Noe coinvolto anche il Comune di Mezzocorona

Otto persone, tra cui un dirigente della Provincia autonoma di Trento, sono indagate a vario titolo dalla Procura di Trento. L’accusa, in mano al procuratore capo Sandro Raimondi e ai pm Alessandra Liverani e Davide Ognibene, è di traffico illecito di rifiuti e abuso d’ufficio. Le accuse, avviate dopo il sequestro da parte del Noe dei carabinieri con gli ispettori dell’Appa di Trento di una discarica di 200.000 tonnellate di rifiuti costituiti da limi, che il gruppo Adige Bitumi aveva realizzato a Mezzocorona, sono terminate in questi giorni, e riguardano anche figure apicali del Comune di Mezzocorona, oltre che alcuni amministratori del gruppo Adige Bitumi.

Secondo le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dal Noe di Trento, la Provincia ed il Comune di Mezzocorona sarebbero stati a conoscenza sin dal 2009 della discarica, creata abusivamente, sostengono gli inquirenti.
I dirigenti delle due amministrazioni interessate, invece di effettuare le previste attività di controllo e informare la Procura, avrebbero rilasciato arbitrariamente differenti provvedimenti in deroga alle stringenti normative di carattere ambientale, permettendo in questo modo all’azienda - sostengono gli inquirenti - di decuplicare il corpo della discarica.

Poco dopo il sequestro, il Comune di Mezzocorona - sostengono gli inquirenti - avrebbe adottato un’ordinanza che, invece di imporre al gruppo Adige Bitumi il ripristino dell’area, gli avrebbe illegittimamente consentito di recuperare parte dei rifiuti. L’amministrazione comunale - secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti - avrebbe perseverato nel dare corso al proprio provvedimento, nonostante il fatto che i carabinieri del Noe di Trento e successivamente anche l’Ufficio giuridico di Appa avessero segnalato l’incongruenza del provvedimento. Una incongruenza ribadita anche dal gip di Trento a seguito di un’istanza di dissequestro presentata dal Gruppo Adige Bitumi.

Per chi ha ricoperto incarichi come pubblico ufficiale, quindi sindaco, ex dirigente del Sava e responsabile dell’ufficio tecnico, l’accusa è di abuso d’ufficio, mentre agli altri viene contestato il traffico illecito di rifiuti in concorso.

A questo punto le indagini si sono concentrate sul dirigente provinciale, nei confronti del quale la Procura di Trento aveva già avviato altri accertamenti in relazione a presunti atteggiamenti collusivi con alcune imprese. In particolare il dirigente, a seguito dell’accertamento di violazioni da parte di alcune aziende, invece di adottare i provvedimenti sanzionatori, attraverso «riunioni di cortesia» - così le definiscono gli inquirenti - avrebbe informato le aziende che avrebbe provveduto d’ufficio a regolarizzare le situazioni più eclatanti, evitando di disporre ulteriori verifiche. Le notifiche alle aziende - sempre secondo le indagini svolte - sarebbero state demandate a personale non specializzato in materia ambientale, pertanto non in grado di rilevare eventuali irregolarità.

Sono otto le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Trento e che dovranno rispondere a vario titolo di abuso d’ufficio e traffico illecito di rifiuti, relativamente alla discarica di limi da 200.000 tonnellate costruita da Adige Bitumi a Mezzocorona. Si tratta del sindaco di Mezzocorona, Mattia Hauser, insieme al responsabile dell’ufficio tecnico del Comune. Figurano inoltre due amministratori delegati dell’azienda, insieme al responsabile ambiente, un progettista e, per la Provincia autonoma, un ex dirigente del Sava. Tra gli indagati risulta infine la stessa società Adige Bitumi, in quanto persona giuridica.
Nel corso delle indagini sono state svolte perquisizioni disposte dalla Procura, al termine delle quali sarebbe stato accertato che presso alcune aziende erano in atto degli scarichi in assenza di specifica autorizzazione.

 

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