Agriturismo bruciato a Fai: a processo un giovane del posto, "tradito" da una mail
FAI DELLA PAGANELLA - Tra una settimana si aprirà in Tribunale a Trento il processo che vede un giovane imputato per l’incendio doloso che la notte del 16 aprile 2018 a Fai del Paganella distrusse l’agritur, all’epoca in costruzione, di Paolo Perlot. Per l’accusa sostenuta dal pm Carmine Russo il responsabile del rogo doloso è un giovane del posto (che invece respinge tutte le accuse). Due sono i capi di imputazione contestati dalla procura che a settembre ha ottenuto il rinvio a giudizio dell’unico imputato: incendio doloso e sostituzione di persona. Nel procedimento si sono già costituiti parte civile Perlot e l’impresa edile che stava costruendo l’agriturismo e che subì a sua volta un notevole danno economico.
Il processo è indiziario: si basa sulle indagini condotte dai carabinieri anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali. Va sottolineato comunque che vale la presunzione di innocenza e dunque sarà il giudice ad attribuire eventuali responsabilità penali È stata una email a condurre gli investigatori sulle tracce dell’odierno imputato. Una mail di protesta contro l’edificazione dell’agritur che secondo l’accusa venne spedita attraverso un falso nome con relativo falso account di posta dietro a cui si celava il giovane finito sotto inchiesta. Di qui l’imputazione di sostituzione di persona (articolo 494 del codice penale).
L’imputazione principale, che poi è il tema centrale del processo, è incendio (423 cp) appiccato in orario notturno. Incendio doloso come apparve evidente ai vigili del fuoco già il giorno dopo il devastante rogo che fece in parte collassare l’agritur in via di costruzione in via Dossi.
L’imputato, che alla fine ha ammesso di essere l’autore della mail, nega però di aver appiccato l’incendio. Dichiarò di non essere stato a Fai la notte in cui il cantiere andò in fumo, circostanza che secondo l’accusa verrebbe però smentita dall’analisi condotta sulle celle telefoniche.
Questa brutta vicenda ha comunque anche un lato positivo. La gara di solidarietà avviata subito dopo l’incendio per aiutare Perlot a continuare il suo sogno: struttura ricettiva e azienda agricola biologica. Sogno che, sia pur con grandi sforzi e con un anno e mezzo di ritardo sul programma, è stato raggiunto: i Bioagritur La Casa dei Trajeri, una struttura di elevato standard qualitativo, ha aperto i battenti a settembre accogliendo i primi ospiti. Nel frattempo però tutto il comparto turistico è andato in grave sofferenza per la pandemia. Situazione ancor più difficile per Perlot che avendo appena aperto non ha neppure diritto ai ristori.