Faedo, è in arrivo il terzo vascone contro la siccità
Quasi ultimata l'opera del Consorzio di miglioramento fondiario di Faedo: il bacino di accumulo affiancherà i due già presenti dagli anni '80 in località La Croce, alimentati l'acqua da tre piccole sorgenti , lungo la strada forestale che porta al rifugio Sauch
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FAEDO. Il tema della scarsità d'acqua che sta colpendo duro l'agricoltura italiana, non si può dire rappresenti una sorpresa per alcune valli trentine particolarmente vocate per la viticoltura, ma con una conformazione orografica che penalizza gli approvvigionamenti idrici anche il periodi normali. Fra queste zone spicca la parte alta del conoide da cui il paese di Faedo domina la Piana Rotaliana.
Da decenni in quello spicchio di terra la produzione di vini eccellenti è condizionata da oggettive difficoltà che si incontrano nel garantire agli agricoltori l'acqua per l'irrigazione dei vigneti. Sarà perché che è proprio nelle difficoltà che l'uomo aguzza l'ingegno, fatto sta che il Consorzio di Miglioramento Fondiario di Faedo da sempre è all'avanguardia nella sperimentazione e posa in opera di sistemi irrigui in grado di razionalizzare al meglio l'utilizzo della preziosissima risorsa "acqua".
Rientra in questa logica di guardare agli scenari futuri tesa a prevenire sempre più probabili (purtroppo) periodi di siccità, la decisione presa a suo tempo di affiancare un terzo bacino di accumulo ai due già presenti dagli anni '80 in località "La Croce", lungo la strada forestale che porta al Rifugio Sauch.
Si tratta di un'opera del costo di 390 mila euro, finanziata al 70% dalla Provincia. Il bacino, un cilindro in cemento armato di altezza utile all'invaso di 6 metri e diametro di 27 in grado di accumulare fio a 3.600 metri cubi d'acqua, è praticamente ultimato e di qui ad autunno inoltrato si sta procedendo con i lavori per collegare fra loro i tre vasconi.
Ad alimentare i due esistenti e il prossimo è l'acqua di tre piccole sorgenti presenti in zona che il Cmf può in parte captare.
«In primavera le sorgenti in questione portano molta acqua e finora hanno permesso di riempire agevolmente i due serbatoi esistenti, di 40 e 30 metri di diametro per rispettivi volumi di 8 mila e 4 mila metri cubi, rispondendo bene alle necessità dei consorziati - spiega il presidente del Cmf di Faedo, Christian Stafler -. Negli ultimi anni, però, abbiamo notato che alla fine della stagione i due serbatoi operativi arrivano pressoché asciutti. Il terzo bacino dovrebbe garantirci una riserva d'acqua più ampia per le estati future».
Un progetto che è arricchito da un innovativo sistema di sondaggio dell'umidità dei terreni dei soci: «In base alle risposte che verranno dai sensori collocati a varie profondità dei terreni, si potrà dosare correttamente zona per zona l'acqua da utilizzare, evitando quindi ulteriori sprechi - aggiunge il presidente -. Un'attenzione, quella all'uso più razionale possibile dell'acqua, che il nostro Consorzio ha nel proprio dna: mi piace ricordare che i primi impianti a goccia del Trentino sono stati introdotti proprio nelle campagne di Faedo".