Giustizia / Causa

Bimba investita sulla rampa del garage, è rimasta disabile, ma per la Procura l'automobilista non ha colpe

Alla guida c’era una vicina di casa di 60 anni: secondo la pm «non poteva vederla», ora la famiglia si oppone all’archiviazione, deciderà il giudice

MEZZOLOMBARDO. Era stata investita il 16 maggio 2022 sulla rampa del garage sotto casa sua. Da quel giorno per la piccola, che all'epoca aveva poco più di un anno di età, sono trascorsi più di due anni, scanditi da sofferenze e dolore soprattutto per la sua famiglia e per tutti coloro che le sono sempre stati accanto. La bimba, dopo un lungo periodo in ospedale, è sopravvissuta, ma ha riportato gravissime lesioni permanenti: la sua vita e quella della sua famiglia sono cambiate da quel terribile incidente di ormai due anni e mezzo fa. E lo saranno per sempre. I genitori hanno deciso di cambiare casa, perché il condominio non era privo di barriere architettoniche, delle quali ovviamente necessita la bambina, e perché vedere ogni giorno quella rampa era emotivamente troppo difficile.

La piccola ha bisogno di essere accudita e seguita sempre e per i genitori, oltre alle cure per la bambina, c'è purtroppo anche la parte legale, che ogni volta, ad ogni passaggio, riapre la ferita.

Chiesta l'archiviazione. Per l'indagine, aperta a carico di una vicina di casa di 60 anni, la procura ha chiesto l'archiviazione del procedimento. Questo perché, secondo la pm Alessandra Liverani, per la conducente del veicolo sarebbe stato impossibile riuscire a vedere la piccola. Dopo una serie di accertamenti e perizie (tra cui anche la ricostruzione cinematica disposta dalla procura in forma di incidente probatorio affidata all'ingegner Gonnella), i genitori, rappresentati dall'avvocato Paolo Mazzoni, si sono opposti alla richiesta di chiusura del fascicolo presentata dalla procura che ha ritenuto l'evento «non prevedibile» e «non evitabile».

Opposizione mossa nella speranza che il gip possa accogliere la loro richiesta, riaprendo il caso, anche disponendo di ulteriori indagini. Una decisione che il giudice renderà nota prossimamente, non appena scioglierà la riserva, dopo aver valutato tutti gli elementi forniti.

Tre le vie possibili: il gip potrà decidere se concordare con la decisione della pm, e quindi archiviare il procedimento, suggerire nuove indagini o disporre che la procura formuli un'imputazione.

L'opposizione della famiglia. Quel maledetto 16 maggio ha cambiato per sempre la vita di questa giovane famiglia, ma ora c'è comunque la voglia di continuare a lottare per la propria figlia, anche nella vita di ogni giorno, fatta di assistenza e di incombenze burocratiche. Dagli atti emerge infatti che per la pm «non è stata ravvisata alcuna condotta colposa in violazione delle norme del codice della strada da parte dell'indagata».

Eppure è centrale il nodo sulla «visibilità», punto dibattuto anche sulla base della perizia fornita da Gonnella. Il quale scrive: «Il sinistro sarebbe stato verosimilmente evitato se la conducente dell'autovettura, nell'immettersi sulla rampa di accesso all'autorimessa interrata, fosse stata maggiormente prudente e avesse eseguito una migliore ispezione dell'area antistante il proprio veicolo, ciò avrebbe ragionevolmente premesso a detta conducente di percepire la presenza della minore».

In poche parole, la bimba - che si trovava «sotto il controllo della madre» - secondo il perito sarebbe stata visibile. «Ininfluente» dunque l'altezza del sedile su cui si trovava la donna dato che «la visuale garantiva una percezione dell'automobilista per oltre 50 centimetri sopra quella minima».

Elementi che ora sono al vaglio del giudice, il quale, chiamato a pronunciarsi, spetta ora l'ultima parola.


 

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