Animali / Il successo

Parco faunistico di Spormaggiore, boom di visitatori: lo scorso anno oltre 50mila

Belpark riapre le porte il 5 aprile: molto apprezzato dalle famiglie, ma anche dalle scuole. Importanti progetti scientifici con le Università. Nuovi animali nell’area di cinque ettari

di Flavia Pedrini

SPORMAGGIORE. Gli ultimi arrivati in casa Belpark sono una coppia di cervi reali e di lontre. Ma al Parco faunistico di Spormaggiore si possono ammirare da vicino molte altre specie autoctone e tipiche delle Alpi, accolte in un ambiente che riproduce fedelmente il loro habitat naturale: dagli orsi ai lupi, passando per la lince, il gatto selvatico o il gufo reale.

Dal 5 aprile l'area che si trova in località Albarè Plan della Fontana riaprirà le porte ai visitatori, dopo la pausa invernale (tutte le info sul sito www.belpark.it). Una nuova stagione che parte con il vento in poppa, forte degli oltre cinquantamila visitatori arrivati nel 2024.

«Quella conclusa a novembre è andata sicuramente bene - sottolinea Andrea Marcolla, presidente della società che gestisce il Parco faunistico, confermato proprio in questi giorni alla guida dell'ente per altri cinque anni dal Comune di Spormaggiore, che è socio con una quota del 52,62% - . Rispetto agli altri anni c'è stato un bell'aumento delle presenze (nel 2023 erano state 46mila ndr) e siamo molto contenti e soddisfatti. La primavera scorsa - prosegue - c'è stato un incremento anche delle scolaresche, sia della regione che da fuori. Ma molto apprezzati sono stati anche gli incontri settimanali con le nostre biologhe naturaliste, rivolti a bambini e visitatori e i laboratori proposti».

Uno spazio di formazione importante è stato dedicato al tema dei grandi carnivori. «Abbiamo cercato di promuovere il laboratorio chiamato "Un anno da orso" - racconta - in cui si spiegavano i comportamenti tenuti dell'orso durante le quattro stagioni e quelli da assumere in caso di incontro». Significativa è anche la componente scientifica.

«Collaboriamo con le Università italiane e straniere; abbiamo lavorato con Teramo e Torino. Gli studenti, per esempio, hanno svolto una ricerca scientifica sulle espressioni facciali del lupo, pubblicata anche su riviste importanti come "Science"».

Il punto di forza, ovviamente, sono gli animali, che possono muoversi liberamente su un'area di 5 ettari: «È stato un anno ricco: siamo riusciti a completare interamente il parco. Abbiamo portato anche una coppia di cervi reali e di lontre dalle piccole unghie: queste sono novità che i visitatori troveranno».

Dall'estate scorsa il Parco ospita anche Charlie, l'orsetto salvato a due mesi di vita dopo la caduta in un dirupo e abbandonato della madre: «È con noi e ha trascorso l'inverno bene: abbiamo fatto un inserimento lungo e con un costante monitoraggio», conferma. Ma ci sono anche altri animali recuperati dalla natura, come un gufo reale o una volpe. Il Parco, nei suoi trent'anni di storia - è partito nel 1994 con un piccolo recinto che ospitava due esemplari di orso bruno - è cresciuto e ha conquistato sempre più visitatori, riuscendo a superare il milione di ingressi (per l'esattezza 1.051.044).

Una realtà, come sottolinea con orgoglio il presidente, che si sostiene solo con le donazioni - anche quest'anno c'è la campagna "Adotta un animale" - e gli ingressi. «Ci sono spese vive per mezzo milione di euro per gestire il parco e ci auto sosteniamo, senza chiedere soldi al Comune o ai soci», conclude Marcolla, che dal 2012 guida l'ente con passione.