Bracconieri alla Rocchetta, nei guai padre e figlio
Nuova operazione antibracconaggio da parte del Corpo forestale provinciale. Venerdì pomeriggio, i forestali dell'Ufficio distrettuale di Cles, al termine di una lunga indagine, hanno effettuato una perquisizione presso l’abitazione di due persone, padre e figlio, che erano sospettati di detenere armi modificate allo scopo di esercitare il bracconaggio nella Riserva naturale provinciale della Rocchetta
Nuova operazione antibracconaggio da parte del Corpo forestale provinciale. Venerdì pomeriggio, i forestali dell'Ufficio distrettuale di Cles, al termine di una lunga indagine, hanno effettuato una perquisizione presso l’abitazione di due persone, padre e figlio, che erano sospettati di detenere armi modificate allo scopo di esercitare il bracconaggio nella Riserva naturale provinciale della Rocchetta.
Gli agenti hanno trovato, assieme ad armi di piccolo calibro regolarmente denunciate e detenute, una pistola calibro 22 adattata con un calcio artigianale, un cannocchiale ed un visore notturno; sulla pistola era possibile montare un silenziatore rinvenuto nella stessa abitazione.
Si rivelavano così fondati i sospetti, che gli agenti forestali della stazione di Cles e Denno avevano iniziato a verificare da alcuni mesi, a seguito della diminuzione della popolazione di cervo che gravitava in zona, e per la presenza di mele ed altre esche per i selvatici depositate nelle vicinanze di una baracca. Questa si è poi rivelata un vero e proprio appostamento, che consentiva di osservare con comodo la selvaggina che si nutriva delle esche.
Durante la perquisizione gli agenti ritrovavano anche una fototrappola del Corpo Forestale, utilizzata per controllare le attività illecite condotte nell’appostamento e da poco scomparsa. Compiuti tutti gli atti del caso gli agenti hanno riferito alla Procura della Repubblica di Trento che procederà per una serie di reati, tra cui quelli relativi alle alterazioni delle armi al furto della fototrappola e al furto venatorio.