Don Ciotti a Terzolas: con i migranti in mare naufragano anche le nostre coscienze
«Questi ripetuti naufragi di migranti - ultimi degli ultimi, morti della speranza negata - sono l’effetto di un più generale naufragio delle coscienze, di un generale voltarsi dall’altra parte». Lo ha detto don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, a margine del suo intervento su pace e giustizia alla Scuola della Rosa Bianca, in corso di svolgimento a Terzolas.
«Mai come oggi il male si allea con le nostre omissioni, con il nostro vedere e lasciare fare, con la nostra consapevole complicità. Le tragedie dell’immigrazione - ha aggiunto - nascono da un naufragio delle coscienze ma anche da un’esplosione delle parole. Si sente parlare di spazzatura, di scabbia: c’è chi costruisce muri materiali e mentali e chi risponde con parole arroganti di non avere nulla di cui farsi perdonare». «Nessuno può essere condannato a vita dal suo luogo di nascita», ha poi sottolineato don Ciotti. «Un mondo dove viene negata la possibilità dell’oltre e dell’altrove è un mondo che nega speranza e coscienza, cioè la dignità stessa della persona».
«Oggi - ha quindi sottolineato - viviamo in un’epoca, come ha detto papa Francesco, dove c’è già la terza guerra mondiale, diversa dalle precedenti, combattuta non solo con le armi da fuoco ma con quelle nuove di un’economia piegata alla legge del profitto. Armi che non uccidono direttamente ma tolgono dignità e umanità, armi che rendono i vivi morti vivi».
«Le mafie non sono oggi più che mai un mondo parte, sono una parte del nostro mondo, vivono fra di noi e cambiano assieme a noi e hanno un livello di commistione mai raggiunto prima». Lo ha detto don Luigi Ciotti, a margine del suo intervento.
«Le mafie - ha aggiunto - non hanno bisogno di una definizione ma di una nuova comprensione: cambiano sempre restando sempre se stesse. Hanno continuità nel cambiamento, adattandosi molto velocemente alle trasformazioni della società e nascondendosi fra di noi. Ma sono sempre le stesse, sempre protette da questo o quel potere che le permette di sopravvivere». «A seconda delle circostanze e dei luoghi godono sempre di protezione. Ma il vero problema non sono solo i poteri illegali, ma anche i poteri legali che si muovono illegalmente», ha concluso don Ciotti.
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