Anziana cade 50 mila euro i danni chiesti
La donna si è fatta male sui gradini antistanti la sede della Comunità val di Non
È caduta rovinosamente a terra mentre scendeva i gradini antistanti la sede della Comunità val di Non, a Cles. Da quel giorno, la vita di un'anziana che oggi ha 91 anni è stata stravolta, tanto che l'ente intermedio è stato citato in giudizio dalla donna che chiede un risarcimento danni per un ammontare di circa 50mila euro. La vicenda risale a due anni fa: all'epoca la signora A. M. D. (queste le sue iniziali) era assolutamente autonoma nello svolgere le faccende domestiche e pure negli spostamenti in automobile. In seguito all'incidente l'anziana è stata però costretta a ricevere un aiuto fisso in casa e non si è più potuta mettere al volante.Per far valere le proprie ragioni, la signora ha deciso di farsi assistere dall'avvocato Flavia Torresani del foro di Trento.
La prima udienza davanti al giudice è fissata per il prossimo 9 dicembre. La giunta dell'ente intermedio ha deciso di resistere in giudizio, prendendo atto dell'assegnazione dell'incarico al legale individuato dalla propria compagnia assicurativa, l'avvocato Maurizio Wegher.
Secondo quanto è stato ricostruito, il 26 giugno 2013 la donna sarebbe caduta dagli scalini di accesso alla Comunità di valle in via Pilati, dove si era recata per svolgere alcune commissioni. Nello scendere quei pochi gradini, molto lunghi e coperti da un nastro nero anti-scivolo, l'anziana sarebbe rimasta impigliata con un piede proprio nel nastro che - secondo l'accusa - quel giorno risultava sollevato. La caduta non viene tra l'altro messa in discussione dall'ente, anche perché la donna era stata soccorsa da alcuni dipendenti che avevano immediatamente allertato i sanitari del 118. Nella caduta, l'anziana aveva rimediato un trauma facciale con la frattura del seno mascellare e dell'omero sinistro oltre ad alcune lesioni al nervo radiale dello stesso braccio, che ora usa in maniera ridotta. La perizia medico-legale ha evidenziato una lesione permanente del 18%.
La difesa sostiene tuttavia che nell'incidente ci sia un concorso di colpa. L'assicurazione afferma infatti che l'anziana avrebbe dovuto servirsi dello scivolo dedicato a sedie a rotelle e passeggini, che si trova a sinistra delle scale. Viene però fatto notare che all'epoca la signora era assolutamente autonoma e non necessitava di alcun aiuto e dunque non sussisteva alcun motivo per cui non avrebbe dovuto prendere le scale. Una brutta avventura che ha costretto la donna a smettere di guidare la sua auto e persino a richiedere un aiuto in casa. Uno stravolgimento della vita che, evidentemente, ha un grande valore. I danni subiti sono stati stimati in un totale di circa 50mila euro, ma la difesa intende far riconoscere il concorso di colpa.