Una «Babele» in trincea

L’italiano, il tedesco, l’ungherese, il dialetto. Sono alcune delle lingue che si parlavano durante il primo conflitto mondiale in Trentino, con una realtà che vedeva la popolazione parlare in italiano ma di fatto essere suddita dell’impero austro-ungarico, dove la lingua ufficiale era il tedesco. A questo miscuglio di lingue, di popoli, di genti provenienti da luoghi diversi si rifà la mostra inserita all’interno del progetto Arte Forte «La Babele di linguaggi e di simboli legati ai conflitti» che sarà inaugurata a Forte Strino il 9 luglio prossimo e che sarà visitabile fino al 28 agosto.
Si tratta di un’iniziativa che vede coinvolti 8 forti austro-ungarici del Trentino, dove saranno presenti installazioni di arte contemporanea ispirate alla Guerra Bianca e appunto alle lingue parlate, ma anche alla convivenza forzata nei forti, alla difficoltà di capirsi, per connettersi con valori odierni come la pace fra culture e la possibilità di comprendersi.
Ogni forte coinvolto avrà al suo interno delle installazioni in materiali differenti, dall’acciaio al legno, quadri o fotografie sul tema.

Curata dal Circuito dei forti del Trentino, la mostra è alla prima edizione e in totale, negli 8 forti, vedrà partecipare una trentina di artisti, internazionali, nazionali, trentini e altoatesini, di diverse generazioni e 16 Gallerie private del Triveneto. Oltre alla mostra, Forte Strino ospiterà il 14 luglio lo spettacolo «Nell’orrore della guerra» alle 20.30. Di spostamenti forzati si parlerà, invece, nella mostra che si aprirà il primo luglio al teatro del polo culturale, aperta fino a metà settembre, dal titolo «Gli spostati».

L’esposizione racconta le esperienze dei profughi trentini sempre nel contesto del primo conflitto mondiale, già ospitata al Palazzo Alberti Poja di Rovereto l’autunno scorso. Qui si narreranno la storia e le angherie subite da coloro che furono costretti a lasciare le loro case per un destino incerto, attraverso lettere, diari, oggetti, registri, immagini, a Vermiglio il riferimento non potrebbe essere se non con la deportazione verso il campo di Mitterndorf.

La mostra è curata dal Laboratorio di storia di Rovereto in collaborazione con la Fondazione Museo civico di Rovereto, il Museo Storico Italiano della Guerra e il Servizio Attività culturali della Provincia.
Un altro evento da segnalare anche per il Passo del Tonale: «Emozioni ad alta quota» il 16 e 17 luglio con la realizzazione di installazioni per le vie dell’abitato con materiali locali che dovranno ispirarsi a temi come l’ambiente, la storia, l’alpeggio e lo sport.

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