Le bare dell'artista: il paese sta morendo Ma i carabinieri le hanno sequestrate
Uno schiaffo morale a chi vive con l’unica prospettiva di finire in una cassa da morto. Quattro bare colorate sono state posizionate a Denno dall’artista di Denno Rudi Zanotti in altrettanti luoghi del borgo in cui risiede. Per farlo, ha atteso che tutti si ritirassero nelle proprie case. Insomma, che il paese si spegnesse durante il pranzo domenicale. Nel primissimo pomeriggio di ieri Zanotti si è dunque caricato in spalla i manufatti realizzati nel suo laboratorio con materiale di recupero e li ha posizionati davanti a municipio, cassa rurale, scuola materna e sul sagrato della chiesa. Trascorsa meno di un’ora e mezza, le bare sono state sequestrate dai carabinieri della stazione di Cles, allertati da qualche residente infastidito.
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Ogni installazione era stata caratterizzata dagli elementi che secondo Zanotti condurrebbero inevitabilmente il paese alla morte. «Un’iniziativa forse un po’ macabra, pensata proprio per il suo impatto visivo e visionario. Alla morte seguirà una rinascita e credo che prendere consapevolezza del problema possa favorire la svolta» sottolinea l’artista. Zanotti si è detto dispiaciuto per la conclusione dell’esposizione, ma allo stesso ha dimostrato entusiasmo per la reazione che la gente ha avuto di fronte alle sue opere: «L’arte non può lasciare indifferenti e in questo caso le mie bare hanno avuto l’impatto che speravo ci fosse».
Quando i carabinieri hanno raggiunto l’artista nella sua casa, hanno capito che da parte sua non c’era alcun intento offensivo. «Il paese sta morendo a causa della mancanza di socializzazione tra le persone che vi abitano - osserva l’artista -. Serviva una scossa e così ho pensato a queste installazioni, nonostante le perplessità che l’idea aveva suscitato in amici e familiari». La realizzazione delle bare in legno era iniziata a dicembre e si è conclusa negli scorsi giorni, mentre l’installazione non è durata non più di 90 minuti: «Ora - scherza Zanotti - l’esposizione si è spostata nella caserma dei carabinieri».
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L’opera che ha maggiormente turbato gli abitanti è quella posizionata nel giardino della scuola dell’infanzia «Adele Benfanti». Di colore rosa, il manufatto riportava disegni per bambini: un’auto, uno scoiattolo, una palla... «Ai piccoli va garantita la massima libertà di espressione, senza alcun condizionamento» commenta Zanotti, che sulla cassa della bara bianca posizionata davanti alla cassa rurale ha riprodotto invece lo stemma dell’istituto di credito: «Rincorrere il successo e il denaro non consente di vivere una vita serena». La bara appoggiata accanto al portone d’ingresso del municipio è stata invece avvolta da articoli pubblicati sull’Adige, e riferiti alla situazione politica e sociale del Trentino: «Si parla dell’accoglienza dei profughi, che andrebbero seguiti con maggiore attenzione, ma anche dello spopolamento delle periferie». Infine, l’opera più significativa che - non a caso - è stata «abbandonata» nella piazza centrale del paese, sulle scale che portano in chiesa. Quest’ultima bara di legno scuro è stata lasciata aperta: all’interno c’erano delle mele.
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