Alta Val di Non, nuovo ricorso al tribunale
Sembrava scoppiata la pace, con un accordo di non belligeranza, sul nome contestato del nuovo Comune di «Alta Val di Non». Da una parte i comuni di Romeno, Cavareno e Ronzone decisi a contestare la dicitura, mentre Fondo, Malosco e Castelfondo insistevano. Di mezzo la Regione (che deve approvare con legge la nuova dicitura), la Provincia di Trento (che deve avallare l’unione) e la Giustizia italiana che dovrà tornare a occuparsi del caso. I «resistenti» Romeno, Cavareno e Ronzone infatti hanno depositato un nuovo ricorso al Tribunale.
La «guerra» si è riaccesa perché di fatto, dopo la «tregua» estiva, non si è più mosso niente. I comuni contrari al nuovo nome infatti si aspettavano che arrivasse dal Consiglio Regionale la nuova legge con la modifica del nome. E nel contempo anche la tregua che doveva essere sancita con una delibera da ciascuno consiglio comunale era stata rotta da Sarnonico che la delibera non l’aveva approvata.
Ora tutto torna nelle mani del tribunale: dopo la sentenza del Tar di Trento di due mesi fa (che si dichiarava incompetente sulla materia), Romeno, Cavareno e Ronzone hanno depositato un nuovo ricorso al Tribunale ordinario riavviando l’iter.
A cascata, la Regione Trentino Alto Adige ha interpellato l’Avvocatura dello Stato per capire cosa fare. Ricevuto da questa il parere secondo il quale «il ricorso di Romeno, Cavareno e Ronzone è del tutto infondato», il presidente della giunta regionale Arno Kompatscher ha deciso di resistere in giudizio.
A questo punto la situazione è nuovamente congelata in attesa di una eventuale udienza e di una futura sentenza, che potrebbe venire anche fra molti mesi, sulla legittimità o meno dell’uso del nome «Alta Val di Non» a esclusivo appannaggio dei territori di Fondo, Malosco e Castelfondo.
Spiega il sindaco di Romeno, Luca Fattor: «Dopo la sentenza del Tar abbiamo ritenuto opportuno ricorrere al tribunale ordinario. Romeno è comune capofila in questa iniziativa. Ancora una volta vogliamo ribadire che il nome Alta Val di Non non puo essere attribuito al nuovo comune unico e dato che la Regione non ha ancora approvato la legge di esecutività, a questo punto sarà un giudice a stabilire chi ha ragione in merito alla questione».
Una bella patata bollente anche per la Provincia, perché adesso non ci sono più alibi e in piena campagna elettorale per le provinciali 2018 si vedrà chi sta da una parte o dall’altra.