Chitarre e bassi, le creazioni di Giovanni Rossi
Costruisce chitarre e bassi di alta qualità, pedali per gli effetti, amplificatori. Ha messo su un attrezzatissimo studio di registrazione. Come non bastasse, si è impegnato in una fabbrica di birra artigianale, ed i frigoriferi per la conservazione li ha costruiti lui.
Giovanni Rossi, 43 anni, non è un supertecnico, ma un superautodidatta.
La sua storia inizia quando, nel 1992, inizia a suonare nel gruppo «Out of blue», come batterista. «Ci rifacevamo al rock dei primi anni ‘70, Led Zeppelin e Deep Purple, tanto per capirci. Suonavo anche un po’ la chitarra, ed ho trovato un libro per la chitarra moderna, dove c’erano anche spiegati la manutenzione e la costruzione dello strumento. Mi son detto, perché non provare. Di notte ho iniziato a lavorare legni, a capire cosa bisognava fare, di nascosto, non doveva saperlo nessuno. Mia madre trovava della segatura per terra, credeva ci fossero dei topi».
Nel 1993 la sua prima chitarra è finita. «Devo essere onesto, è un ferro», scherza Giovanni.
Uno strumento di non grande valore e qualità, insomma. «Ma ho visto che la cosa era possibile. Anche se allora era difficile, mica c’era internet.
Trovare i pezzi, i ricambi, non era semplice. Nel 1994 ho costruito la seconda chitarra, una semiacustica, già era molto migliore».
Ed inizia la sua produzione: da uno a tre strumenti l’anno, prima un basso per un amico, poi avanti. Nel frattempo giunge l’era della comunicazione globale, così scopre Stuart McDonald, un negozio degli Usa dove puoi trovare qualsiasi accessorio per costruire gli strumenti. «Tutto più facile - commenta Giovanni.
- Hai tutte le informazioni necessarie a portata di mano, e così dicasi per gli attrezzi da lavoro, per una vite, una chiave, una meccanica, qualsiasi cosa».
La tecnica si affina, così come le capacità musicali del gruppo; gli ultimi strumenti - chitarre e bassi elettrici - sono eccellenti. «Vedi la Telecaster - spiega Giovanni, mostrando una Fender (già: gli strumenti li colleziona, anche) - Una semplicità incredibile. Corpo di un unico pezzo di legno, idem il manico. E una sonorità eccezionale.
Lui ci mette del suo, nel costruire. Ad esempio la chitarra elettrica con il corpo in legno di renetta canada la fa solo lui. Chiaro: un canada vecchissimo, robusto, stagionato? «All’inizio lo facevo solo per me - confessa Giovanni Rossi, di professione bidello serale al Pozzo di Trento. Anche adesso non è che vada molto più in là: Io di vendere non sono capace. Mi piace costruire.
Ci vorrebbe qualcuno che curasse il marketing».
D’altronde le chitarre fatte a mano, magari su misura, sono costose, e lui a parlare di soldi si sente in imbarazzo, anche se per dotarsi dell’attrezzatura ne ha spesi. Senza contare le ore di studio e di meticolosissimo lavoro, perché, a parte le meccaniche e poco altro, si costruisce tutto in casa, pick-up (microfoni) compresi.
Poi ecco un’altra idea: una sala di registrazione. Ne mette in piedi una, piccola, in un locale di servizio a pianoterra. Troppo piccola, soprattutto con l’avvento delle nuove tecnologie, che richiedono spazi più ampi. «Così ho proposto ai miei di rinunciare al garage?». Richiesta accolta, ed ecco la sala, dotata di tutti gli strumenti necessari, con il classico vetro a dividerla dalla sala regia, ed insonorizzazione a prova di bomba - puoi suonare lì dentro tutta la notte, fuori neanche un sommesso ronzio. Ed infine, Giovanni si cimenta con amplificatori e scatole effetti, che riesce a vendere più facilmente - costi contenuti, minor lavorazione.
Ovviamente ha un suo marchio, «HRG», acronimo di Handmade Rossi Giovanni (handamade sta per fatto a mano ndr). Aveva dapprima pensato a «RG», ma già esisteva. «Con handmade non si fa confusione».
Una passionaccia, quella di Giovanni. Coltivata fin da ragazzino, quando iniziò a suonare. Led Zeppelin, appunto, nel repertorio del gruppo. Ma come fai a suonare «Stairway to Heaven» senza una chitarra doppio manico come quella che usava Jimmy Page, e che in Italia non si trovava? «Nel 1992 mio nonno doveva andare a Londra, per lavoro. Ho deciso di accompagnarlo, finiti i suoi compiti ci rimaneva una giornata. Sono andato in quella strada tutta di strumenti musicali, ed in un negozietto di pochi metri quadrati l’ho trovata. Il venditore mi dice 650 sterline. Mio nonno di inglese non sapeva una parola, ma aveva una calcolatrice, ci ha scritto 610. Il venditore ha detto ok?». E la doppio manico (chitarra a 12 e 8 corde) c’è, è ancora esposta tra i suoi cimeli ed alcune chitarre da lui costruite, in quello scantinato dove tra arnesi di lavoro, sale registrazione, cd musicali, strumenti ed altro sembra di entrare in un museo. Un luogo che potresti aspettarti di trovare a Londra, New York, forse Milano, ma non in un paesino sperduto come Cunevo. E’ noto, spesso i fiori più belli nascono nei luoghi più impensati. E gli amatori - o i cultori - dello strumento artigianale unico e di qualità lo stanno pian piano scoprendo, indipendentemente dallo schivo stile «no marketing» di Giovanni Rossi.