Il Comune compera casa per abbatterla

di Guido Smadelli

Il Comune acquista un palazzo, ma per buttarlo giù. L’edificio che è necessario abbattere per rendere decoroso il passaggio di mezzi e pedoni in centro paese è stato ora acquistato dall’amministrazione comunale.

Si tratta di un immobile di proprietà della Società Lorenzi Immobiliare di Lorenzi Alberto & C. snc con sede a Don: il rogito è stato sottoscritto nei giorni scorsi, al prezzo concordato di 348mila euro. La sua parziale demolizione consentirà di ampliare la carreggiata della «statale 43 dir» che attraversa il paese, che in quel punto - sul lato nord di Piazza Romana - forma una strozzatura che, dato il notevole passaggio di mezzi, anche pesanti, causa notevoli disagi alla circolazione, e soprattutto ai pedoni, spesso obbligati a «stamparsi» sui muri per non essere travolti.

Sono due gli edifici interessati all’intervento di demolizione e restauro: per uno di questi, una parte di demolizione è già avvenuta da tempo per crolli causati da nevicate, e le precipitazioni dei giorni scorsi hanno comportato ulteriori cedimenti.

L’amministrazione comunale ha pertanto ritenuto opportuna una verifica sulla staticità dell’immobile, anche al fine di individuare eventuali interventi per mettere in sicurezza l’area ? come noto, in pieno centro paese.
L’incarico di stesura della perizia sulle due particelle edificabili in parola è stata affidato in trattativa diretta all’ingegner Mauro Turri di Castelfondo.

Il tutto in attesa dell’ulteriore passaggio per liberare il paese dal traffico: la giunta provinciale aveva infatti approvato nel novembre scorso la variante al Piano regolatore provinciale del comune di Romeno, varata in via definitiva dal consiglio comunale l’11 ottobre, che prevede l’intervento sui due edifici che sorgono tra Piazza Romana e Piazza Lampi: l’approvazione della variante da parte della Provincia era subordinata ad un concorso di idee per l’area per attrezzature e servizi pubblici connessa all’intervento, «al fine dell’approfondimento progettuale e della discussione intorno al tema della ricomposizione del tessuto storico».

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