Il viaggio degli studenti in Marocco è diventato un documentario
Si intitola «Formiche nel deserto» ed è un documentario in cui protagonista è il viaggio in Marocco compiuto a febbraio dello scorso anno da due classi del liceo «Russell», un’esperienza significativa all’insegna della conoscenza di una realtà nuova e completamente differente dalla nostra nonché dall’incontro tra culture, alla scoperta di modi di vivere, colori, tradizioni e sapori tipici della nazione nordafricana.
Il reportage è stato scritto e diretto da Michele Bellio e dalla moglie esperta fotografa Sara Covi, nel contesto di un progetto formativo promosso e sostenuto dalla Comunità della Val di Non e da enti ed aziende locali.
Compagno d’avventura d’eccezione per gli studenti coinvolti Fabio Vettori, artista trentino noto al grande pubblico per le sue vignette in cui sono protagoniste le formiche, che ha realizzato un diario di viaggio in cui esse sono immerse nella cultura e nella vita quotidiana marocchina, in suggestivi paesaggi tra deserti e montagne ricche di minerali e fossili.
Il documentario è stato presentato giovedì al cinema teatro, in presenza degli autori, degli insegnanti - tra cui i docenti accompagnatori Claudio Chini e Lavinia Pinamonti e l’ex dirigente della scuola superiore Mario Turri - e di alcune autorità.
Come ha spiegato il regista introducendo la proiezione, il titolo assume svariate connotazioni. «Le formiche sono piccole ed operose, così come i partecipanti sono ragazzi giovani che si affacciano all’età adulta, alla loro prima esperienza lontani da casa- ha sottolineato Bellio -. Operose sono anche le donne incontrate durante il viaggio che lavorano nelle cooperative dove si trasformano materie prime locali quali le rose e l’argan o si insegnano lingue straniere, tenaci ed impegnate nello sviluppo personale e dell’economia locale».
Gli studenti, prima della partenza, hanno seguito alcune lezioni con esperti del Muse di Trento dedicate alla geologia dei Monti dell’Atlante (catena di alture estesa tra il Marocco, l’Algeria e la Tunisia), al commercio equosolidale ed al microcredito. I registi hanno raccolto le aspettative e le impressioni degli studenti sia prima che dopo il viaggio, e tutti gli intervistati si sono detti molto attratti dai luoghi lontani, dalla loro popolazione, cultura e cucina. «Sicuramente è un viaggio che ci siamo guadagnati, visto che in parte lo abbiamo autofinanziato con il ricavato delle attività della cooperativa allestita da noi stessi» ha affermato un’allieva.
Il gruppo è stato ospitato con calore e grande cordialità in una guest house in prossimità di Marrakech ed ha visto da vicino le coop dove si producono derivati dall’argan (olio alimentare e per la cosmesi e la medicina naturale) e dall’aromatica Rosa Centifolia del Marocco.
Nei giorni successivi è stata visitata una scuola elementare, dove Vettori ha tenuto una lezione di disegno nel grande interesse e curiosità dei bambini, che si sono cimentati nel disegno delle formiche. Come ha spiegato una guida, negli istituti si insegna, fin dalla prima infanzia, il rispetto tra le culture araba e berbera, un bell’esempio di convivenza tra i popoli, specialmente nell’epoca attuale.
Cuore del documentario, l’escursione con i dromedari tra le dune del Sahara e la sosta in una tenda berbera con ricca cena a base di piatti di riso e verdure speziati, accolti da tre giovani del posto, con i quali i ragazzi si sono piacevolmente intrattenuti con in sottofondo dei ritmi delle musiche locali, sotto il cielo magnificamente stellato.
Impressioni positive hanno suscitato anche le visite al deserto roccioso tra i fossili risalenti a milioni di anni fa, ad un accampamento di nomadi, ad un suk - il tipico mercato alimentare, delle spezie e del bestiame presente nei Paesi mussulmani - ed a Fèz, nella parte antica della città (la Medina), in un laboratorio di ceramiche ed in una conceria di pelle ovina, in cui gli operai trattano i pellami secondo vecchi metodi, in un atmosfera il cui il tempo sembra essersi fermato a decenni fa.
Le autorità presenti hanno messo il luce il valore formativo ed educativo dell’iniziativa, sviluppatasi da un lavoro in rete tra scuola ed istituzioni. Hanno collaborato alla realizzazione del documentario Michele Pastorelli (assistente alla regia), Massimo Faes (composizione musiche), Wlady Avanzo (fotografia) e Corrado Seppi.