Centraline idrolelettriche, la Provincia ha respinto due richieste di concessione sul Meledrio
Respinte. Anche le domande di concessione idroelettrica delle acque del torrente Meledrio depositate, una, dall’Asuc di Dimaro e, l’altra, dalla società Sta Consulting sas di Zanetti ing. Andrea & C. di Trento sono state rigettate dal Gervizio Gestione Risorse Idriche ed Energetiche della Provincia. La prima istanza a essere presentata è stata quella dell’Asuc di Dimaro che il 24 marzo 2016, chiedeva di poter derivare dall’opera di restituzione dell’impianto di derivazione a uso idroelettrico in capo al Comune di Dimaro Folgarida (pratica C/3772), in corrispondenza della p.f. 1036 in C.C. di Dimaro alla quota di circa 943,09 m s.l.m. nel territorio del Comune di Dimaro Folgarida, la portata d’acqua di 672,00 l/s medi e di 2.000,00 l/s massimi a uso idroelettrico per produrre, sul salto di 75,67 m, la potenza nominale media di 498,53 kW durante il periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno, con restituzione dell’acqua nel torrente Meledrio in corrispondenza delle p.f. 1301 in C.C. di Dimaro, alla quota di circa 865,96 m s.l.m., nel territorio del Comune di Dimaro Folgarida (Pratica C/15639).
Successivamente, in concorrenza, la Sta Consulting sas inoltrava la richiesta (numero di pratica C/15680) il 16 maggio 2016 poter derivare, prelevando attraverso il canale di restituzione dell’impianto di derivazione a uso idroelettrico in capo al Comune di Dimaro Folgarida, in corrispondenza della p.f. 1036 in C.C. di Dimaro alla quota di circa 943,20 m s.l.m., la portata d’acqua di 845,55 l/s medi e di 2.000,00 l/s massimi ad uso idroelettrico per produrre, sul salto di 76,20 m, la potenza nominale media di 631,68 kW durante il periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno, con restituzione dell’acqua nel torrente Meledrio in corrispondenza della p.f. 1037/1 in C.C. di Dimaro, alla quota di circa 865,70 m s.l.m. (Pratica C/15680). Su entrambi progetti il consiglio comunale di Dimaro Folgarida, nella seduta del 21 giugno 2017,aveva già espresso un parere negativo. Ora confermato anche dalla Provincia, che ha rigettato entrambe le istanze in base agli esiti della Conferenza dei Servizi del 24 maggio 2017.
In particolare, in merito alla domanda dell’Asuc e a quella della società, durante la conferenza ha espresso parere negativo il servizio Turismo e sport in quanto «in quanto la realizzazione di impianti a cascata va a depauperare in modo significativo la risorsa idrica in alveo, ai fini sia turistici che paesaggistici. Il torrente Meledrio inizia ad essere ipersfruttato dal punto di vista idroelettrico e pertanto tale tipologia realizzativa incide negativamente sulla fruibilità del corso d’acqua per gli sport acquatici». La valutazione degli interessi ambientali (obiettivi di qualità ed esigenze paesaggistiche), quindi, ha messo in luce come sussista un prevalente interesse ambientale incompatibile con entrambe le derivazioni richieste: il Servizio Urbanistica e tutela del paesaggio, nell’esprimere un parere paesaggistico negativo, ha evidenziato come all’interno di tale contesto paesaggistico il prelievo idrico appaia «l’aspetto più problematico in quanto potenziale causa del depauperamento di un ambito ancora naturale e integro». Così anche il Servizio Bacini montani ha sollevato una serie di criticità.