Valli del Noce, niente dialisi per i turisti, e tocca prenotare a Lana
La denuncia dei consiglieri del Patt: «L’ospedale di Cles non ha indicazioni, ed anche i 12 milioni promessi, nessuno li ha ancora visti». Demagri e Dallapiccola: «Per i malati è importante programmarsi l’estate»
VALLI DEL NOCE. «Ad oggi nessun utente è registrato per la dialisi vacanza presso il servizio di dialisi di Cles, il cui personale ha l'indicazione di non accogliere le richieste in quanto non in grado di soddisfarle».Paola Demagri e Michele Dallapiccola, consiglieri provinciali del Patt, tornano sul tema della dialisi vacanza. Qualche tempo fa, i due consiglieri, con un'interrogazione, chiedevano chiarimenti alla Giunta sull'effettiva possibilità che il servizio di dialisi per gli ospiti con patologie croniche ai reni fosse garantito anche per quest'estate, puntando l'attenzione in particolare sull'ospedale di Cles.
L'assessora alla Salute Stefania Segnana aveva risposto con un comunicato stampa che il servizio sarebbe stato garantito e che «il dato delle disponibilità in tutte le strutture della provincia è pari a circa 750 sedute in programma».
«Si parla di proprietari di seconde case o turisti affezionati che trascorrono qui parte del periodo estivo - continuano -. Questi si stanno rivolgendo al Servizio Dialisi di Lana».
Nel 2019 sempre un comunicato stampa della Provincia evidenziava l'importanza del servizio raccontando di 2.000 sedute di dialisi eseguite da gennaio a settembre su pazienti provenienti da altre regioni ed esteri. «Nel dettaglio - si leggeva nella nota -, sono state 476 le sedute a Cavalese, 420 ad Arco, 370 a Borgo, 335 a Tione, 267 a Cles, 119 a Trento e 19 a Rovereto (il cui centro è però stato fermo per ristrutturazione diversi mesi)» e continuava «è importante programmare la dialisi-vacanza con un certo anticipo rispetto al periodo di soggiorno.
Se si pensa a un soggiorno nel periodo estivo (maggio/giugno-settembre/ottobre), è consigliato programmare la dialisi-vacanza anche 6-10 mesi prima».
«L'iter è lunghissimo per l'incastro con gli utenti già in carico al servizio» spiegano Demagri e Dallapiccola che rincarano la dose. «I 12 milioni dichiarati dall'assessora - aggiungono - l'ospedale di Cles non li vedrà in più. Si tratta di fondi già stanziati sull'antincendio per lavori partiti nel 2018; 960 mila euro sono stati stanziati nel 2016 e utilizzati per la sala operatoria di ostetricia. Di nuovo c'è solo ciò che immette il Pnrr per la Casa della Comunità: 14.996.664 milioni per 10 Case della Salute. Facendo un semplice conto a ogni casa della salute arrivano 1,5 milioni. Inoltre, 700 mila euro sono stati utilizzati per completare i 3 locali che oggi sono chiusi perché non sono assegnate nuove risorse mediche e infermieristiche per il pronto soccorso».
Un nodo quello del pronto soccorso che i consiglieri delle stelle alpine giudicano fondamentale per la struttura di Cles. «Anche dopo gli incontri con la Conferenza dei sindaci - dicono - non vi è chiarezza politica sul futuro dell'ospedale di Cles che in questo periodo ha la necessità di preparare un piano di assegnazione di tre futuri direttori, che andranno a coprire i posti lasciati liberi a brevissimo a seguito di tre pensionamenti». In particolare, il riferimento è al direttore di Ostetricia Ginecologia «per una Unità Operativa - spiegano - che ha tutte le potenzialità per accogliere un direttore con competenze ginecologiche e non solo ostetriche», al direttore di Anestesia e Rianimazione per l'attività che si svolge all'interno del blocco operatorio con 3 sale operatorie all'avanguardia «che potranno essere occupate da equipe guidate dai professionisti di Ortopedia, Chirurgia, Ginecologia che abbiano a cuore la salute dei cittadini, lo sviluppo professionale dei loro collaboratori, e la fidelizzazione e l'attrattività di utenza anche extraregionale», e, infine al direttore di Area Medica che «possa proseguire nel solco tracciato considerando che lo sviluppo delle Cure Primarie avrà un grosso impatto sulla gestione dei pazienti cronici, del Pronto Soccorso e dell'Area di degenza dell'alta e bassa intensità medica».
«Queste scelte è ovvio tracceranno il futuro dell'ospedale di Cles» concludono.