Bimbo in coma per il formaggio, il padre chiede il ritiro del marchio dell’Apt nonesa: «Si manca di rispetto alla sua vita»
Il messaggio di Giovanni Battista Maestri: «Stiamo cercando di aiutare altri bimbi. Non ho potuto salvare il mio Mattia, non ce l’ho fatta, però vi garantisco che il mio Mattia ha salvato altri bambini. Finché non verrà tolto il logo, io continuerò a lottare». Domani in edicola con l'Adige l'approfondimento
LA REPLICA Bimbo in coma, Concast si scusa e spiega i controlli
IL CASO Il formaggio fresco dal caseificio della tragedia
TRENTO. Ha rivolto dieci domande a Concast, Apt val di Non e Assessorato provinciale all'agricoltura Giovanni Battista Maestri, il papà di Mattia, il bambino che dal 2017, quando aveva 4 anni, si trova in stato vegetativo per aver mangiato un formaggio lavorato con latte crudo contaminato dal batterio dell’escherichia coli prodotto dal Caseificio sociale di Coredo. Il dibattito sulla vicenda si è riacceso dopo l'assegnazione, da parte dell'Apt Val di Non, del marchio “Val di Non” ad un formaggio prodotto dal Caseificio sociale di Coredo.
«Perché Concast, Apt val di Non e Assessorato provinciale all'Agricoltura, fra tanti altri caseifici della zona, hanno scelto proprio il Caseificio sociale di Coredo - nei confronti del quale è passata in giudicato una sentenza che ha accertato le gravissime violazioni in materia di igiene e sicurezza alimentare - per creare quello che hanno definito “un prodotto di eccellenza”?». È il primo dei quesiti avanzati oggi, sabato 30 marzo, in conferenza stampa all'hotel Accademia di Trento. “Il marchio - ha precisato Maestri - lo devono ritirare solo ed esclusivamente al Caseificio di Coredo, non agli altri caseifici che si sono comportati bene". Il papà di Mattia ha ribadito che la sua «non è una battaglia solo per il logo».
«Stiamo aiutando altri bambini. Non ho potuto salvare il mio Mattia, non ce l'ho fatta, però vi garantisco che il mio Mattia ha salvato altri bambini. E finché non verrà tolto il marchio 'Val di Non' io continuerò. Perché si è mancato di rispetto alla vita di un bambino», ha detto, specificando che altri due formaggi prodotti dallo stesso caseificio e contaminati dall'Escherichia coli sono stati ritirati dalla vendita nel 2017 e nel 2022.
«In Francia i formaggi a latte crudo vengono etichettati e non possono essere dati ai bambini», ha aggiunto Maestri, che nelle dieci domande chiede anche se Concast sia "favorevole ad una etichettatura idonea ad informare il consumatore di tali rischi, sconsigliando esplicitamente l'impiego degli stessi prodotti per l'alimentazione dei bambini e degli altri soggetti deboli". Giovanni Battista Maestri ha annunciato anche che i suoi avvocati "stanno già lavorando per procedere a livello penale e civile sia per il marchio sia per la pubblicità".
L'immagine promozionale in questione era stata diffusa il primo ottobre 2021 da Trentingrana. Solo pochi giorni prima, il 28 settembre 2021, il gip, su richiesta del pubblico ministero, aveva accolto l'opposizione di Giovanni Battista Maestri alla richiesta di archiviazione del processo contro il Caseificio sociale di Coredo.
Domani (domenica 31 marzo) in edicola l'approfondimento con l'Adige