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Mauro Agosti, un noneso di 33 anni al Parlamento europeo: “Una esperienza bellissima”

Dal dicembre 2022 fa parte del team dell'europarlamentare Herbert Dorfmann. “Spero di poter rimanere qui a Bruxelles almeno 2 o 3 anni, per continuare a migliorare le mie capacità di gestire e lavorare in questo contesto. In futuro vorrei tornare a casa. Magari portando anche un po' del mio bagaglio di esperienze”

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di Fabrizio Brida

LIVO. Trentatré anni, cresciuto "sotto i pomari" della Val di Non ma con lo sguardo proiettato verso nuovi orizzonti. Mauro Agosti, originario di Livo, oggi vive a Bruxelles e lavora al Parlamento Europeo, dove si occupa - da buon noneso doc - del settore agricolo e delle sue problematiche. La laurea triennale in Studi Internazionali conseguita all'Università di Trento, ma con un anno di Erasmus in Baviera, la specialistica in Scienze Politiche ottenuta a Vienna e l'esperienza maturata durante lo stage al Parlamento Austriaco hanno contribuito ad accrescere le sue competenze, ad approfondire la sua conoscenza della lingua tedesca e ad entrare in contatto con contesti internazionali.
Si sente cittadino europeo Mauro Agosti, che da dicembre 2022 fa parte del team dell'europarlamentare Herbert Dorfmann. Anche se il suo desiderio è quello di fare ritorno, un giorno, nella "sua" Val di Non.
Ma come è nata l'opportunità di entrare a far parte della "squadra" di Dorfmann al Parlamento Europeo?
«Ho avuto la fortuna di conoscere Herbert Dorfmann molti anni fa. Nell'ultimo periodo di lavoro che ho svolto in Italia, in particolare a Bolzano, mi sono occupato di questioni legate all'agricoltura e di problematiche connesse a questo settore. Proprio per questo ho collaborato con lui e con il suo entourage e c'è sempre stato un rapporto di amicizia. Quando una persona del suo team ha deciso di cambiare lavoro, Dorfmann mi ha contattato. Per sostituirla cercava infatti qualcuno che avesse delle radici locali e conoscesse le problematiche del territorio, ma che avesse anche uno sguardo un po' europeo. Così mi ha chiesto di spostarmi a Bruxelles per iniziare la nuova esperienza».
Lei di cosa si occupa principalmente a Bruxelles?
«All'interno dell'ufficio siamo in tre, con diverse mansioni. Io mi occupo quasi esclusivamente di agricoltura, in quanto Dorfmann è membro della Commissione Agricoltura, all'interno della quale è portavoce del Ppe (Partito Popolare Europeo). Il mio lavoro si svolge sempre in ambito legislativo e ciò che facciamo è principalmente valutare le proposte che vengono dalla Commissione, ma seguiamo anche tematiche relative ad emergenze o problematiche agricole di vari settori che possono presentarsi in diverse zone d'Europa. Dobbiamo quindi verificare e controllare le proposte legislative, capire come potrebbero essere modificate e soprattutto quale impatto potrebbero avere sul sistema agricolo, sia regionale che italiano, valutando eventualmente se ci sia la necessità o la possibilità di fare degli emendamenti e dei miglioramenti».
Al di là dell'aspetto lavorativo, come si trova a Bruxelles? Ha nostalgia della Val di Non?
«La vita qui a Bruxelles è particolare, perché viviamo nella cosiddetta "bolla delle istituzioni europee". Tanti colleghi che fanno parte di questo mondo sono ragazze e ragazzi espatriati, si respira quindi un'atmosfera molto più internazionale rispetto ad altre città. Il clima dal punto di vista meteorologico, invece, è uno degli aspetti di cui risento maggiormente. Ci troviamo molto vicini alla Manica, quindi parliamo di un clima "londinese" e la pioggia non manca mai. Per questo la nostalgia di casa si fa sentire, perché da noi magari l'inverno è anche fresco, ma ci sono sempre delle giornate in cui splende il sole. Mi capita spesso di sognare una bella sciata sulle cime di casa».
Quali sono i suoi obiettivi per il futuro?
«In questo momento sono contento di essere qui e di iniziare questa decima legislatura europea fin dal principio, visto che della precedente ho vissuto solo la parte finale. Nei prossimi giorni saranno ufficializzate le nomine delle varie Commissioni e io non vedo l'ora di ricominciare con le nuove proposte. Spero di poter rimanere qui a Bruxelles ancora per un po', almeno 2 o 3 anni, per continuare a migliorare le mie capacità di gestire e lavorare in questo contesto, soprattutto perché in ambito agricolo ci troviamo di fronte a una grande sfida come quella della revisione della prossima Pac (Politica Agricola Comune). Mi piacerebbe seguire questo processo e poi si vedrà. In futuro vorrei tornare a casa, in Val di Non, che è la mia valle e dove ho radici profonde. Magari portando anche un po' del mio bagaglio di esperienze».

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