Travaglio: l'autonomia? Solo un carrozzone
Il giornalista ha parlato, ieri pomeriggio, a Caldonazzo. «L'autonomia - ha detto Travaglio - spesso si è trasformata in una serie di privilegi che non hanno più alcuna ragione di esistere in funzione della tutela delle minoranze linguistiche. Le regioni e le province autonome sono diventate dei grandi carrozzoni di spreco e di privilegio che bisognerebbe avere il coraggio di rivedere. Ma è chiaro che si ripropone il discorso che facevamo sull'evasione fiscale. Chi li mette in discussione perde voti»I tuoi commenti
CALDONAZZO- Marco Travaglio lo si odia o lo si ama. Quando arriva lui lo share dei programmi televisivi si impenna. «Trentino book festival» gli ha riservato lo spazio di una vasta platea al palazzetto dello sport di Caldonazzo (ieri alle 18.15). È «l'antipatico» che fa rabbia e anche un po' invidia. Chi non ha mai sperato di difendersi come Travaglio dagli attaccabrighe senza mai perdere le staffe? È vicedirettore de «Il Fatto Quotidiano», noto per avere messo le dita nelle piaghe italiane e anche per quel «prurito» contro Berlusconi che non si quieta.
Travaglio, qualcuno ha detto che le più care amicizie sono cominciate con l'antipatia e il disprezzo: possiamo immaginare il giorno in cui diverrà amico del Cavaliere?
«Diciamo di no, perché abbiamo frequentazioni diverse e ambienti diversi».
La nostra Repubblica è fondata sulla Costituzione che dovrebbe garantire pari opportunità a tutti i cittadini. Lei dice che in Italia ci sono, da sempre, i poveri onesti e i ricchi ladri.
«La nostra società, soprattutto in Italia, è fondata sui poveri che mantengono i ricchi. Non sempre i poveri sono onesti e non sempre i ricchi sono disonesti. Queste categorie tendono sempre più a coincidere a causa dell'evasione fiscale, un fenomeno che coinvolge milioni di persone, soprattutto quelle abbienti, perché quelle che non lo sono non evadono».
Ci sarà mai un governo che metterà fine a questa piaga?
«Io lo spero. Per combattere l'evasione fiscale bisogna rinunciare ai voti degli evasori, che sono circa dieci milioni su un totale di quaranta e poco più milioni di aventi diritto al voto, quasi un quarto del corpo elettorale. Chi si propone di farlo, rischia di non ottenere la maggioranza per governare. Soltanto con una seria lotta a questo malcostume, che è anche corruzione, l'Italia può uscire dalla crisi che l'ha messa sotto zero e trovare i soldi per rilanciare l'economia. Facendo i conti si scopre sempre che mancano i soldi. Sono nascosti nell'economia in nero, centinaia di miliardi sottratti alle casse dello Stato. Bisogna avere il coraggio di mettere le mani in quel pozzo nero, altrimenti di tutte le promesse resteranno solo gli slogan che ci propinano ogni giorno».
Il Trentino è la terra dell'Autonomia. È ancora conveniente mantenerla?
«No, bisognerebbe riformare tutto il sistema degli enti locali, delle autonomie e questi sarebbero i veri cambiamenti. Andare a vedere i costi e i benefici. Se il gioco vale la candela. L'autonomia spesso si è trasformata in una serie di privilegi che non hanno più alcuna ragione di esistere in funzione della tutela delle minoranze linguistiche. Le regioni e le province autonome sono diventate dei grandi carrozzoni di spreco e di privilegio che bisognerebbe avere il coraggio di rivedere. Ma è chiaro che si ripropone il discorso che facevamo sull'evasione fiscale. Chi li mette in discussione perde voti».
Alle ultime elezioni ha votato Antonio Ingroia al Senato e il Movimento cinque stelle alla Camera. Se le elezioni fossero oggi, lo rifarebbe?
«Sì, lo rifarei».
Anche se Grillo è passato sotto le forche caudine?
«Per quello che vedo io, non è successo assolutamente niente. Molte persone lo hanno votato pensando che sarebbe servito a cambiare le cose con un tocco di bacchetta magica, tornando poi a riaddormentarsi. Io li ho votati sperando che ci fosse in Parlamento un'opposizione ad un governo di inciucio e vergognoso che avevo ampiamente previsto. Un'opposizione forte e intransigente per rimettere in sesto il sistema, formata da gente come Ingroia e dagli eletti del Movimento cinque stelle. Non tutti, perché alcuni sono dei cialtroni. Molti di loro stanno lavorando nell'indifferenza totale e alcuni si lasciano lusingare dalle sirene dei partiti che promettono: "vieni con noi e ti terrai lo stipendio"».
Che cosa le piace leggere?
«Un po' di tutto. Saggi, romanzi e documenti giudiziari. In questo momento sto leggendo "I sillabari" di Goffredo Parise».
Il libro fatto di carta può essere sostituito?
«Mi auguro che non venga soppiantato da diavolerie come l'e-book. Come sono affezionato alla carta dei giornali, sono affezionato anche a quella dei libri».