La dirigente vieta agli studenti di andare a scuola in bicicletta
Se il «Trentino pedala», e tanto (in due mesi sono stati percorsi 325mila km da parte di 1.800 partecipanti), grazie all’omonima iniziativa a premi che incentiva l’uso della bicicletta negli spostamenti casa-scuola e viceversa, all’Istituto comprensivo Pergine 2 «Celestin Freinet» succede invece che gli scolari non possano usare lo stesso mezzo per recarsi a lezione e per andarsene. E, se lo fanno, gli viene addirittura sequestrato.
A sollevare il caso è un gruppo di genitori di ragazzi che frequentano la scuola media «Tullio Garbari»: esasperati, venerdì si sono rivolti persino al sindaco Roberto Oss Emer, per chiedergli di intervenire in qualche modo.
A spiegare cosa succede è Michele Fedel, portavoce del gruppetto: «Abbiamo chiesto un incontro col sindaco dopo aver fatto una riunione una settimana fa, tra una quindicina di genitori della stessa classe. Ma il problema riguarda tutte le classi». E il problema è che, «nonostante tutte le liberatorie firmate dai genitori a favore della scuola e i patentini fatti dagli alunni in collaborazione con la polizia locale di Pergine, la dirigente Antonella Zanon proibisce ai ragazzi di uscire da scuola con la bicicletta e, se vi arrivano, fa sequestrare il mezzo dai bidelli».
Il motivo del provvedimento sarebbe da ricondurre alla presunta responsabilità di docenti e personale ausiliario nel caso in cui, appena fuori da scuola, ai ragazzi succedesse qualcosa.
Il gruppo di genitori ha cercato un contatto con la dirigente per discutere la questione, senza riuscire a stabilirlo, quindi ha deciso di sollevare il caso pubblicamente: «Sono state avviate tante iniziative per fare di Pergine “la città dei bambini” - riassume Fedel -, investiti milioni in piste ciclabili per collegare in sicurezza le scuole, sperimentate iniziative come il Pedibus e il Bicibus per disincentivare l’uso dei mezzi motorizzati e siamo stati invitati per anni a rendere gradualmente autonomi i nostri figli. E ora ci costringono ad andarli a prendere in auto a scuola?».
Fedel ricorda inoltre che fino all’anno scorso, quando dirigente del Pergine 2 era Gianfranco Pedrinolli, proprio l’istituto comprensivo aveva avviato un’iniziativa per incoraggiare l’uso della bicicletta: «Era un vero e proprio concorso, con premi assegnati alla fine dell’anno agli alunni che erano arrivati a scuola più volte in sella e avevano percorso più chilometri».
Miato però non c’è più e la nuova dirigente Zanon ha applicato quanto aveva stabilito anche all’Istituto comprensivo di Civezzano: risale al 19 settembre 2010, infatti, il verbale di un’assemblea straordinaria della Consulta dei genitori di quella scuola, per stigmatizzare il richiamo all’articolo 591 del Codice penale da parte della dirigente (abbandono di minori), che aveva imposto il ritiro degli scolari da parte delle famiglie.
Ma, se la preside non cambia idea, quali sono le possibili soluzioni? «Sistemare delle rastrelliere fuori da scuola - spiega Fedel -, su suolo pubblico, in modo da togliere all’istituto ogni competenza e residua responsabilità».
Intanto, i ragazzi che hanno capito l’antifona lasciano le bici alla stazione intermodale e fanno l’ultimo pezzo del tracciato ciclopedonale a piedi.