Rurale Alta Valsugana: "E' tempo di cambiare"
Mercoledì l'assemblea: Beber candidato presidente contro Senesi
Di attribuirsi una «quotazione», non se la sente. Ma Franco Beber non si schermisce e alla domanda su quante possibilità si dà di essere eletto alla presidenza della nuova Cassa Rurale Alta Valsugana, risponde: «Sono convinto di farcela, ho tantissimi riscontri positivi, segno di una gran voglia di cambiamento».
Una voglia di cambiamento che questo avvocato 53enne, alto funzionario in Regione e consigliere d’amministrazione uscente della Cassa Rurale di Pergine, cercherà di trasformare in un’ondata di preferenze a proprio favore mercoledì sera, quando i diecimila soci della nuova banca saranno chiamati in assemblea al Palaghiaccio ad eleggere Cda, collegio sindacale e, appunto, presidente. Di fronte a Beber si staglia però un ostacolo non da poco: Franco Senesi, che guida la Rurale di Pergine da quasi trent’anni e che ha deciso di ricandidarsi anche dopo la fusione per un nuovo e più importante mandato, viste le dimensioni della neonata Rurale.
E allora, Beber, ce la farà?
«Sono molto fiducioso. È giunto il momento di dare ai soci la possibilità di scegliere per un vero cambiamento: fa parte dello spirito della Cooperazione, infatti, che ci sia un periodico ricambio al fine di favorire l’efficienza, l’indipendenza, l’autonomia e la trasparenza».
Insomma, Senesi avrebbe dovuto lasciare?
«Non voglio dire a nessuno come deve comportarsi, ma è evidente che dopo 30 anni anche il migliore deve valutare il ritiro. Questo tra l’altro è un momento storico importantissimo, con un’assemblea che deve essere partecipata al massimo: quanti soci si presenterebbero, seci fosse solo lui come candidato alla presidenza?».
Lei punta a favorire la partecipazione. Anche dopo l’assemblea?
«Sì, sono convinto che dev’essere data centralità ai soci e mi impegno, se sarò eletto, a incontrare periodicamente tutti coloro che vorranno esporre considerazioni e proposte, anche presso le varie sedi della Cassa. Punto a creare infatti una Rurale che non sia la somma di quattro, ma che abbia un’identità chiara e percepita da clienti e soci. La mia candidatura tra l’altro non ha sfumature politiche (non ho tessere in tasca): mi sono messo in gioco con spirito di servizio, perché ritengo che la fusione delle quattro casse rurali dev’essere un’occasione per portare un’ondata di rinnovamento all’interno della nostra banca, soprattutto in questo momento di crisi diffusa e vista la riforma del Credito cooperativo appena approvata».
Rinnovamento, ma come?
«Si deve tornare ai principi originari della cooperazione indicati da don Guetti, che hanno permesso al Trentino di uscire dalla povertà e dalla piaga dell’emigrazione, crescendo fino a divenire una realtà economica con diverse eccellenze, che ha il potenziale di competere con altre realtà europee. E siccome la nostra è una zona economicamente provata da questa lunga crisi, con un tasso di disoccupazione elevato, è necessario che la Cassa rurale si impegni attivamente non solo per sostenere realtà economiche che già esistono e sono valide, ma per indirizzare lo sviluppo del territorio».
Un territorio che va caratterizzato, come si dice da tempo?
«Abbiamo visto che nelle zone turistiche e agricole a forte vocazione ci sono molti meno problemi. Dobbiamo puntare allora a collaborare con le istituzioni per promuovere studi e attrarre nuovi investimenti».
La nuova Rurale parte con un fardello pesante, un passivo importante. Sono stati fatti errori, a suo parere?
«Sono errori che vengono da lontano: ora bisogna tornare a dare priorità assoluta alle famiglie, che tra l’altro sono le più solerti nel pagamento dei debiti, ai giovani, alle piccole e medie imprese, per sostenere davvero l’economia del territorio».
La sua linea assomiglia a quella di Geremia Gios, candidato anti sistema eletto presidente della Rurale di Rovereto.
«Ci sono temi che coincidono, ma è la mia linea - sottolinea Beber - e penso che sia condivisibile per molti soci che si rendono conto della delicatezza del momento. Con la riforma del credito cooperativo e un gruppo nazionale all’orizzonte rischiamo molto: se sarò eletto, questa Cassa rurale dovrà pigliare una posizione chiara anche su questa questione».
IL CURRICULUM DI BEBER
Franco Beber, originario di Costa di Vigalzano, ha 53 anni compiuti in maggio, una compagna e un bimbo di 4 anni. Consigliere d’amministrazione uscente della Cassa Rurale di Pergine (è stato eletto nel 2011), ha in tasca una doppia laurea in Giurisprudenza e in Scienze Politiche ed è abilitato all’esercizio della professione forense. Ma nelle aule di tribunale c’è stato poco.
Beber ha salito infatti i gradini della carriera di funzionario regionale, prima come Conservatore del Libro Fondiario, poi come avvocato presso l’Ufficio legislativo, quindi è stato direttore dell’Ufficio Affari generali, direttore dell’Ufficio integrazione europea e aiuti umanitari e, dal 2009, è direttore dell’Ufficio Economato.
È stato consulente della Commissione dei Dodici per tre anni e ha una formazione specifica (acquisita durante gli studi in Scienze politiche) sugli statuti di autonomia: su questo tema ha scritto diverse pubblicazioni e ha svolto tavole rotonde e attività divulgativa.