Pergine, ronda all'alba tra i rifiuti

di Giorgia Cardini

Il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer, il presidente e il direttore di Amnu, Alessandro Dolfi e Roberto Bortolotti, si sono svegliati mercoledì all’alba per una «ronda» tra i cassonetti dei rifiuti, a caccia di sacchi abbandonati
 
I tre hanno girato insieme tutti i punti di raccolta disseminati nel centro cittadino e nelle frazioni, dalle 6.30 alle 8, «trovando quello che gli addetti trovano da anni», riassume il sindaco: «Non tanto imballaggi leggeri, ma sacchetti pieni sopratutto di frazione secca e di oggetti che dovrebbero esser smaltiti in discarica». 
Tra questi c’erano un telefonino completo di scheda Sim, che consentirà di risalire al proprietario, e un aspirabriciole. Ma sono stati rinvenuti anche sacchetti pieni di carta e salviette, che potevano essere gettati senza sforzo né esborso nei cassonetti della carta. 
 
Oss Emer, Dolfi e Bortolotti hanno anche assistito a Susà al lancio di un sacchetto da un’auto in corsa, ma non sono riusciti a rilevare la targa del mezzo, mentre una denuncia penale è già stata presentata da Dolfi nei confronti degli addetti di una ditta edile che, a Madrano, nei giorni scorsi hanno aperto irregolarmente un cassonetto per buttarvi del materiale: sono stati infatti filmati mentre lo facevano.
 
«È una cosa che lascia allibiti, questa inciviltà - commenta il presidente di Amnu -; ma con le fototrappole, che saranno installate dalla polizia locale in alcuni punti caldi, incastreremo chi viola le regole». Amnu punta però anche su una campagna informativa capillare: «Alcuni oggetti ritrovati nei sacchetti fanno pensare che ci siano persone che non hanno capito come ci si comporta. Abbiamo dato incarico a una società per studiare migliori forme di comunicazione su quanto abbiamo fatto e quanto stiamo facendo». 
 
Intanto, gli imballaggi leggeri raccolti col nuovo sistema (ai Crm o nei cassonetti a calotta) sono in questi giorni sotto la lente dei certificatori del Conai, per verificare quale sia il grado di impurità contenuto: «È una cosa che viene fatta ogni tre mesi, ma questa è la prima volta dall’introduzione delle calotte. Ieri, da un mezzo Amnu arrivato al centro di raccolta di Lavis, sono stati prelevati diversi campioni che saranno oggetto di un’analisi merceologica. Entro una decina di giorni dovremmo sapere se la qualità è migliorata», spiega Dolfi. E dopo l’avvio del nuovo sistema di raccolta, il presidente dice che è decisamente cresciuto l’afflusso di utenti ai centri di raccolta materiali: «Prima vi si recava circa il 25%, ora siamo intorno al 50%. Per ora non vengono segnalati disagi, salvo qualche breve coda il sabato». 
 
Sono spariti dalle strade i cassonetti gialli o arancio in cui venivano raccolti abiti usati: un sistema che in Italia ha finito per alimentare, negli ultimi anni, un giro d’affari da oltre 200 milioni l’anno, in cui sono risultate coinvolte anche organizzazioni mafiose. Amnu spa, a fine ottobre, aveva avvisato chi ospitava sul proprio terreno questi cassonetti che la normativa in materia di «distribuzione e raccolta di abbigliamento a fini di solidarietà sociale» era cambiata e che si rischiavano sanzioni, proprio per il tipo di conferimento, invitando i cittadini a portare i vestiti non più utilizzati ai Crm.
 
Poi, in novembre, l’appalto per la raccolta di questa frazione di rifiuti è stato rifatto e aggiudicato per due anni alla Eco Service F.lli Simoncelli srl (sei erano le ditte invitate). Ma proprio la Ecoservice è anche la ditta che forniva i cassonetti per la raccolta stradale: Amnu ha chiesto all’impresa di lavorare solo per essa, eliminandoli. Ora gli abiti usati potranno essere conferiti dunque solo all’interno dei sette Crm serviti: Pergine, Baselga di Pinè, Civezzano, Sant’Orsola Terme, Caldonazzo, Vigolana, Levico.
 
 

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