Fersina, dalla Provincia quattro "no" a richieste di centraline idroelettriche
Iniziano ad arrivare i primi responsi sulle tante (troppe) domande di derivazione che riguardano il torrente Fersina. E, come auspicato da chi chiede con forza e da mesi maggiori salvaguardie per il corso d’acqua che caratterizza due vallate, non sono responsi positivi.
L’Agenzia per le risorse idriche ed energetiche della Provincia ha infatti rigettato il 23 ottobre quattro richieste, tre delle quali depositate in concorrenza, per derivare l’acqua proveniente dalla restituzione della centralina idroelettrica «Sant’Orsola», costruita sul torrente Fersina in località Clom, alla quota di circa 774 metri sul livello del mare.
La prima domanda era stata inoltrata dalla Kron srlil 24 giugno 2016 per poter usare l’acqua proveniente dalla restituzione della centralina idroelettrica di «Sant’Orsola», realizzata nella località Clom del comune di Sant’Orsola Terme, nella misura di 410 l/s massimi e di 232 l/s medi, producendo su un salto di 39,40 metri la potenza nominale di 89,62 kW durante tutto l’arco dell’anno, con restituzione dell’acqua derivata nel torrente Fersina. Il 3 agosto, in concorrenza con quella precedente, era stato Michele Bernabè di Trento a depositare una domanda di derivazione dallo stesso punto pari a 550 l/s massimi e a 339 l/s medi ad uso idroelettrico, per produrre su un salto di 40 metri la potenza nominale di 132,94 kW. Infine, Stet spa aveva chiesto il 5 ottobre 2016 di poter usare la stessa acqua di rilascio della centrale nella misura di 550 litri al secondo massimi e 355,80 l/s medi per produrre, su un salto di 42,90 metri, una potenza nominale di 149,65 kW durante tutto l’arco dell’anno, con restituzione dell’acqua derivata nella vasca dissabbiatrice della derivazione del Comune di Pergine Valsugana. Al di fuori dei tempi per la presentazione in concorrenza ordinaria (30 giorni dalla pubblicazione di una domanda), rispetto alla tre domande precedenti era stata depositata un’altra istanza da Tullio Waldner di Trento per derivare - sempre nella stessa zona - 270 l/s massimi e 88 l/ s medi e produrre, su un salto di 40,71 metri, la potenza media annua nominale di 35,12 kW.
Le domande sono state tutte valutate nella Conferenza dei servizi del 20 dicembre 2017 ed è interessante leggere quanto scritto dal Servizio Urbanistica, che ha espresso pareri negativi sottolineando «come il tratto sotteso dalla derivazione sia l’unico tratto del torrente che presenta una portata naturale, non influenzata dalla periodica assenza di acqua che caratterizza ampie porzioni del Fersina».
Negativi anche il parere del Servizio Turismo e sport così come del Servizio Foreste e Fauna, che ha scritto: «Il tratto in esame è l’ultimo rimasto in valle dei Mocheni con la sua portata naturale. Non ci sono elementi per capire il comportamento del rilascio del Dmv, seppur nel rispetto dell’alta compatibilità ambientale, vista la probabile permeabilità dell’alveo nel tratto in esame e la scarsità di risorsa idrica generale lungo l’intero corso d’acqua. Questa ulteriore derivazione avrebbe un impatto negativo sul torrente, la sua popolazione ittica e la pesca».
Il Servizio aveva anche auspicato l’istituzione di un tavolo di lavoro per esaminare il torrente Fersina nel suo complesso, al fine di arrivare a un equilibrio nei diversi usi dell’acqua, «poiché il Fersina è ormai derivato da Palù del Fersina fino a Canezza (escluso il tratto in esame) e altre domande sono state presentate a valle». Tavolo che poi è stato effettivamente costituito nei mesi successivi, ma non attivato per queste domande, nonostante la richiesta in tal senso di Stet.