Il parroco spiega i conti: debiti ridotti con le offerte ma è sempre "emergenza"
Operazione trasparenza: è quella che da qualche anno l’Arcidiocesi di Trento ha intrapreso, rendendo pubblici i bilanci, ed è quella che anche la parrocchia di Pergine ha voluto fare, per sensibilizzare ancora di più la comunità. La serata di presentazione dello stato economico della parrocchia è avvenuta l’altra sera nella sala della Provvidenza: un momento che ha «fotografato» sia lo stato delle finanze della parrocchia ma anche lo stato sociale della comunità, con l’impegno di molte persone che permettono a tutte le varie realtà di andare avanti.
Il parroco, don Antonio Brugnara, ha introdotto la serata ricordando proprio il motivo che da qualche anno porta alla convocazione dell’assemblea parrocchiale, cioè la volontà di trasparenza anche sul lato economico, una delle volontà anche del vescovo Lauro.
Mauro Casotto quindi, uno dei membri del consiglio parrocchiale per gli affari economici (gli altri componenti sono, oltre al parroco, Marco Chini, Gennaro Cucino, Claudio Eccher, Carlo Fruet, Alberto Toldo e Giovanna Valcanover), ha relazionato ai presenti quanto si è fatto, quanto si sta facendo e quello che rimane da fare per migliorare ancora la situazione economica.
Il debito importante (che nel 2016 è arrivato a sfiorare 1 milione di euro), si è accumulato per la sovrapposizione di lavori di restauro, necessari ma che non erano assimilabili nel breve periodo, ed anche per la cronicità del disavanzo causato da uscite superiori alle entrate: se infatti i lavori della Provvidenza (poco più di 3 milioni) sono stati interamente coperti dai fondi della CEI, la sua gestione ora grava sulle casse parrocchiali; il restauro alla chiesa parrocchiale (costato 4,2 milioni di euro) è stato coperto da contributi solo per 3,6 milioni, così come i lavori alla canonica (607 mila euro sommati a quasi 100 mila euro di progettazioni) hanno visto contributi solo per 134 mila euro. Da qui la necessità di accendere un mutuo ventennale da 750 mila euro, saldando ove possibile le altre posizioni di debito, spronando la comunità ad essere più generosa, anche semplicemente nella colletta domenicale.
In soli due anni comunque il debito è sceso arrivando a 686.713 euro a fine dicembre 2018, con un disavanzo di gestione di 17.917 euro (frutto di 245.705 euro di costi e 227.788 euro di ricavi).
Questa situazione finanziaria ha però bloccato qualsiasi altro intervento, sempre necessario e urgente: sarebbero infatti necessari interventi di manutenzione urgente ai tetti della «monegaria», la struttura annessa alla chiesetta di Sant’Antonio, nella quale abitava il sagrestano, per evitare che crolli (si stimano 40 mila euro), e della vecchia canonica, cinquecentesca abitazione del parroco collegata alla nuova canonica (60 mila euro di stima), oltre a lavori alla stessa chiesetta di Sant’Antonio.
Cosa si può fare dunque? Lavorare per costruire la comunità, secondo don Brugnara, anche se in una città grande come Pergine ormai non è così semplice.
Ma già ora, secondo un calcolo molto approssimativo, i volontari dei vari servizi (sacristi, catechisti, pulizie, servizi vari per la liturgia, consiglieri, oratorio, Caritas) garantiscono qualcosa come oltre 39 mila ore donate agli altri (pari alla forza lavoro di 22 persone a tempo pieno). Un bilancio sociale, questo sì, davvero molto ricco.