Falò, torrente, lago e gite: "Anaguslav", il camp del territorio
La notte in palestra, la cena intorno al falò, l'uscita con il sup (la tavola da surf dove si sta in piedi), i tuffi nel torrente, i lavori con la lana. L'immenso parco giochi diventa il territorio, con i suoi prati e le sue montagne, con gli specchi d'acqua e i boschi, e per esplorarlo i mezzi sono due: o i piedi o la bicicletta. Tutto questo è Anaguslav, un camp estivo diverso dagli altri, un racconto magico che parte dalla leggenda di una creatura misteriosa, che si risveglia solamente nella stagione più calda: quando suona l'ultima campanella si sveglia e mette a disposizione dei bambini il suo regno. Anaguslav altro non è che Valsugana al contrario, e il camp (9 settimane, 20 bambini per turno) è l'idea portata avanti da Giulia Garollo e Andrea Cestari, coordinatori e responsabili, insieme a Valentina Triches e Bianca Bassi, con la collaborazione di Pergine Volley e Civezzano Volley, ma anche di Comuni, enti, cooperative.
«Noi siamo allenatori di pallavolo nell'Alta Valsugana Volley - racconta Giulia Garollo - e qualche anno fa le bambine mi chiesero "Ma perché d'estate non si fanno allenamenti e dobbiamo sempre starcene a casa"?. Effettivamente avevano ragione, anche perché il concetto di continuità è fondamentale nell'ambito sportivo. Così abbiamo iniziato a pensarci, con l'aiuto di Matteo Zingaro, ideatore del Big Camp di Trentino Volley. Abbiamo creato un camp diverso dagli altri: non sportivo, o non solo. Abbiamo fatto diventare il territorio il nostro grande parco giochi: portiamo i bambini, dai 4 ai 12 anni, nei prati e nei boschi, al torrente Fersina e al lago di Caldonazzo, ma anche in biblioteca e alla scoperta di antichi mestieri e arti. Il tutto o a piedi o in bicicletta, dando responsabilità e libertà ai bambini. Che alla fine ci dicono che il torrente, sconosciuto anche per chi vive a Pergine, è meglio di Gardaland».
D'estate i camp estivi, che in Trentino sono tantissimi e di vario genere, sono diventati quasi un obbligo per tante famiglie: entrambi i genitori lavorano, le settimane di ferie sono ridotte, la disponibilità di nonni e parenti non è sempre possibile, e quindi iscrivere i figli a qualche settimana di colonia diventa praticamente un obbligo. Ma, attenzione: non si tratta di un parcheggio, quanto di un'attività educativa.
«I bambini - prosegue Andrea Cestari - sono sempre pieni di energia e voglia di fare: quando proponiamo attività nuove reagiscono sempre con entusiasmo. A "tirare indietro", a volte, sono i genitori che ci dicono "questa attività non l'ha mai fatta, magari non vuole, non gli piace, gli fa paura". Invece poi fanno tutto, con curiosità e trasporto».
Una delle attività preferite è la notte in palestra: in fin dei conti una cosa semplice, ma capace di esaltare i ragazzini, che dormono fuori casa, con gli amici, e se lo ricorderanno per sempre.
«Per noi c'è molta responsabilità, ma lo facciamo volentieri. I bambini hanno delle regole, sia chiaro: rispetto ed educazione sono le basi, ma cerchiamo di lasciare loro il massimo della libertà, perché sono in grado di valutare i pericoli, di arrangiarsi e di gestirsi. La sera spesso mandiamo messaggi ai genitori per avere dei feedback e capire dove possiamo migliorare».